Il grande momento per lo sbarco in Borsa di Coinbase Global sta per arrivare. Nella giornata di giovedì della scorsa settimana, la più grande piattaforma di scambio di criptovalute ha presentato alla Security and Exchange Commission il prospetto per la quotazione al NASDAQ, che avverrà in via diretta senza procedere per un'Offerta Pubblica Iniziale.
Questo significa che, a differenza delle IPO, non vi sono sottoscrittori che impostano una fascia di prezzo così come non vi è alcun periodo di blocco di vendita delle azioni. Tutta l'offerta quindi verrà gestita dalla società senza la presenza di intermediari. Coinbase si avvarrà soltanto della consulenza finanziaria di advisor come Goldman Sachs, JP Morgan Securities, Allen & Co. e Citigroup Global Markets.
Una volta presentato il prospetto, le aziende dovranno aspettare un periodo di 15 giorni prima di dare il via all'Offerta Pubblica Iniziale. In questo caso, non essendoci IPO, la quotazione potrebbe arrivare già nella prima parte del mese di marzo. Il simbolo che verrà utilizzato negli scambi in Borsa sarà "Coin".
Coinbase: i numeri dell'azienda prima della quotazione
La società ha un bacino di utenza che si aggira intorno a 43 milioni di unità certificate a fine 2020. Tutto ciò vuol dire che c'è stata una crescita del 34% se si fa il paragone con il 2019, dove gli utenti sono stati di 32 milioni. Grazie alla sua piattaforma, i clienti possono acquistare, vendere, trasferire e archiviare tutte le criptovalute sulla piazza. Si conta che mensilmente 2,8 milioni effettuano transazioni attraverso Coinbase.
Da quando è stata fondata nel 2012, Coinbase ha raccolto capitali per 537,4 milioni di dollari e l'ultima valutazione dell'azienda, risalente al 2018, è di 8 miliardi di dollari. Tra i principali investitori che hanno partecipato ai vari round di finanziamento vanno ricordati Andreessen Horowitz, Tiger Global, IVP e Ribbit Capital.
Nell'anno che si è appena concluso, la società ha visto una crescita notevole del fatturato a 1,14 miliardi di dollari, in aumento del 136% rispetto al 2019, quando gli incassi sono stati 483 milioni. Gran parte degli introiti sono scaturiti dagli scambi sulle criptovalute Bitcoin ed Ethereum. Anche l'utile netto è passato da -30,4 milioni a 322,3 milioni di dollari. Allo stato attuale l'azienda può contare su una forza lavoro costituita da 1.249 dipendenti.
Coinbase: vanno comprate le azioni dopo la quotazione?
Recentemente gli investitori che hanno messo capitale nell'azienda hanno sostenuto che Coinbase potrebbe raggiungere una valutazione di 100 miliardi di dollari, una volta iniziate le contrattazioni al NASDAQ. Al di là del fatto che queste considerazioni siano o meno eccessivamente ottimistiche, bisogna sempre tenere legato il valore azionario della società a quello che sarà l'andamento delle criptovalute, che per conformazione sono estremamente volatili. La scelta di debuttare in Borsa in un periodo in cui le monete digitali vengono da una fase rialzista probabilmente potrà giovare al titolo Coinbase, ma l'andamento futuro dello stesso è incerto.
Ad alcuni analisti fa discutere l'atteggiamento da parte dell'Amministratore Delegato Brian Amstrong, che manifesterebbe una cultura aziendale troppo mirata al profitto. Ad esempio hanno sollevato parecchie critiche la sua mancata presa di posizione riguardo alcune questioni sociali americane, nonché i licenziamenti che sono arrivati puntuali a quei dipendenti che non erano concordi con la politica aziendale.