Tether Limited, la società che sta dietro l'emissione della stablecoin omonima, ha rilasciato un rapporto in cui ha comunicato che la criptovaluta adesso è supportata da titoli di Stato non USA. Questa è un'informazione molto importante, perché è la prima volta che viene rivelato un acquisto di debito pubblico fuori dagli Stati Uniti.
In realtà si tratta di una quota minuscola, che ammonta a circa 286 milioni di dollari in un totale di asset di 82 miliardi di dollari detenute, almeno stando alle indicazioni della società. Ciò non toglie che vi sia una minima componente di rischio che va tenuta in considerazione, poiché i Treasury Bond USA sono considerati sicuri e altamente liquidi, quindi con una probabilità quasi inesistente di insolvenza.
Tether: per Ardoino una sicurezza
Nell'ultimo rapporto trimestrale che Tether ha rilasciato, le partecipazioni in titoli del Tesoro USA sono cresciute del 13% a 39,2 miliardi di dollari, mentre la quota di commercial paper è diminuita del 17% a 20,1 miliardi di dollari. Quest'ultima cifra si è ridotta ulteriormente di un altro 20% a partire dal primo aprile, ha riferito l'emittente. Ciò ha dato maggiore rassicurazione sia al mercato che ai regolatori, essendo che i prestiti a breve scadenza hanno un'esposizione più elevata nei mercati monetari.
L'ultima attestazione rileva che Tether è pienamente sostenuta e la composizione delle sue riserve è forte, conservatrice e liquida, sostiene Paolo Ardoino, Chief Technology Officer della società. Il mercato ha un grande bisogno di garanzie, dopo quanto successo recentemente, con Tether che aveva perso l'ancoraggio con il dollaro USA nel rapporto stabile 1:1 che cerca di mantenere. A differenza dell'altra stablecoin TerraUSD, sprofondata nell'abisso, Tether ha recuperato velocemente il peg, scacciando i timori di una debacle.
Occorre dire che le 2 criptovalute sono molto diverse. Tether si appoggia a denaro contante per sostenere il valore di 1 dollaro per ogni coin emessa, mentre TerraUSD è una stablecoin algoritmica, che si appoggia a codici complessi, essendo legata alla cripto Luna. Ardoino ha precisato infatti che quello che è capitato la scorsa settimana è una prova eloquente della forza e resilienza di Tether, in condizioni di mercato altamente volatili.
Tether: il rischio di contagio
Nonostante le rassicurazioni di Ardoino, gli investitori continuano ad avere dubbi sulla stablecoin. In passato la società aveva affermato di detenere solo dollari USA a sostegno della valuta digitale, mentre adesso esce fuori che non è così. Tether è stata coinvolta in cause legali, con il procuratore generale di New York che l'ha accusata di scarsa trasparenza. Così, dopo un accordo raggiunto nel 2021, la società ha cominciato a pubblicare i dati finanziari trimestrali, ma ancora non vi è un audit completo in merito alle attestazioni dell'azienda.
Intanto monta il rischio che scenari avversi sulle stablecoin possano causare effetto domino sul mercato crittografico. A livello istituzionale la scorsa settimana è stato il Segretario al Tesoro
Janet Yellen a sollevare questa preoccupazione parlando di
scenario da corsa agli sportelli, dove tutti quanti fuggono dalle stablecoin, creando contagio in altri mercati.
Oggi il settore delle stablecoin ha raggiunto un valore di 160 miliardi di dollari ed è cresciuto così tanto che, a giudizio di John Griffin, professore di finanza all’Università del Texas, vi è seriamente la possibilità di un rischio sistemico che le persone stanno sottovalutando. Gli investitori comunque in una settimana hanno ritirato 7 miliardi di dollari e questa è una cifra che non molte istituzioni finanziarie potrebbero riscattare, secondo Reeve Collins, co-fondatore di Tether.
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