La situazione di ieri non è variata di molto, Bitcoin sta provando di nuovo a restare sopra i 30.000 dollari, trovandosi di poco al di sopra di questo livello. La dominance è oltre il 46,4%, confermando che ora tutti i riflettori sono puntati sulla principale criptovaluta. Le principali altcoins faticano a reggere il passo in un momento di forte indecisione e debolezza del mercato. Prima su tutte Ethereum (ETH), che rispetto al cambio con Bitcoin si trova ai minimi di un anno e sembra voler rompere un livello importante, che aprirebbe la strada a ribassi più profondi per la seconda valuta virtuale per capitalizzazione.
Ogni piccola flessione del prezzo di Bitcoin si trasforma in grosse perdite sulle altcoins, mentre i rialzi passano per lo più inosservati. Infatti, a fronte di una crescita del 2% di oggi sul re delle criptovalute, sono molte le altcoins in perdita, come ad esempio Kava (KAVA) con un -4,7%, Maker (MKR) -4,5%, Kusama -4%. Vediamo le principali notizie di oggi.
Terraform Labs e Do Kwon accusati di riciclaggio per 4,8 milioni di dollari
Dopo il collasso dell’ecosistema Terra, il fondatore Do Kwon e la sua azienda Terraform Labs tornano sotto i riflettori, questa volta per presunto riciclaggio di denaro. Secondo un’indagine indipendente condotta dall’utente di Twitter “FatMan”, Terraform Labs avrebbe riciclato denaro attraverso una società di copertura sudcoreana.
La società di consulenza blockchain “K”, con sede a Seoul, avrebbe partecipato alle operazioni di riciclaggio in un complesso schema, agendo “sotto un nome preso in prestito da Terra”. FatMan ha dimostrato i collagamenti tra “K” e Kernel Labs, un’altra società registrata da alcune persone con coinvolgimento diretto in Terraform Labs. Alcuni sviluppatori hanno anche confermato i rapporti esistenti tra Terraform Labs e “K”, inoltre, nelle planimetrie dell’edificio gli uffici di “K” erano nominati “Terra”.
FatMan si è interessato alla vicenda di Terra sin dall’inizio dei primi problemi che hanno interessato la blockchain. La storia che ha pubblicato era così ricca di dettagli e prove concrete, che ha spinto la polizia sudcoreana ad aprire un’indagine ufficiale, che ha portato a formalizzare le accuse nei confronti di Do Kwon e Terraform Labs per presunto riciclaggio di 6 miliardi di won, circa 4,8 milioni di dollari.
Il Governo sudcoreano investe nel metaverso 177 milioni di dollari
La Corea del Sud, se da un lato sta prendendo una posizione più dura nei confronti delle criptovalute, dall’altro sta scommettendo molto sul metaverso. Il governo del Paese ha annunciato che investirà oltre 223 miliardi di won, circa 177 milioni di dollari, direttamente in progetti del metaverso.
I finanziamenti avverranno all’interno del programma “Digital New Deal”, istituito per investire nelle tecnologie emergenti. Il programma è promosso dal Ministero della Scienza, dell'Informazione e della Tecnologia guidato da Lim Hyesook, che ha definito il metaverso "un continente digitale inesplorato con un potenziale indefinito".
Il primo progetto finanziato prevede la realizzazione di un metaverso metropolitano, che consentirebbe ai cittadini di accedere virtualmente a vari servizi governativi. Nota per essere una nazione tecnologicamente progressista, la Corea del Sud è ufficialmente la prima nazione ad investire direttamente nel metaverso e ha stabilito un precedente da seguire per altri paesi.
La compagnia energetica del Kenya attira miner di Bitcoin con l’energia geotermica
KenGen, il principale produttore di elettricità del Kenya, ha pubblicato un invito ufficiale per i minatori di Bitcoin che desiderano sfruttare la sua nuova struttura di energia geotermica vicino alla capitale Nairobi. L’energia rinnovabile in eccesso, estratta principalmente da sacche di calore geotermico nella Great Rift Valley, potrebbe essere utilizzata sia per ridurre l’impatto ambientale del mining di Bitcoin, che per produrre benefici economici alla società che gestisce gli impianti, nonché un ulteriore gettito fiscale per lo stesso governo keniota.
In questo caso l’attività di mining non è considerata uno spreco di energia, ma anzi sarebbe una importante risorsa per il paese. Il direttore dello sviluppo geotermico presso KenGen, Peketsa Mwangi, ha affermato che "Li vorremmo qui perché abbiamo lo spazio e la fonte energetica è vicina, il che aiuta con la stabilità".
La nazione dell'Africa orientale attualmente non ospita operazioni di mining di Bitcoin conosciute; tuttavia, il Kenya potrebbe diventare un punto di riferimento per il settore nel continente africano. Attualmente ci troviamo in un periodo meno redditizio per queste attività, dovuto al crescente costo dell’energia, il calo dei prezzi delle criptovalute e il livello di difficoltà di mining ancora alto, ma come sempre accaduto in passato torneranno le fasi di espansione di questa industria.
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