Bitcoin staziona ancora sopra ai 39.000 dollari, mentre sul mercato sembra regnare ancora l’indecisione su quale sarà la prossima mossa. Molti analisti evidenziano la presenza di un “falling wedge”, formazione che la maggior parte delle volte viene rotta al rialzo, ma al momento non si può negare che ci sia un outlook prevalentemente ribassista nel breve termine.
La situazione macroeconomica e geopolitica sembra essere ben lontana da una soluzione positiva e ciò si ripercuote anche sui mercati delle criptovalute. La dominance di Bitcoin è al 42,1%, in leggera crescita, evidenziando una fuoriuscita di capitale dagli asset digitali più a rischio, in favore del re delle criptovalute.
Non ci sono comunque dati allarmanti per quanto concerne le altcoins a maggior capitalizzazione, tra le quali troviamo anche rialzi importanti, come nel caso di Stepn (GMT), che continua la sua corsa con un +21% rispetto a ieri, The Graph (GRT) +12% e ApeCoin (APE) +9%. Si registrano pochi ribassi sulle maggiori altcoins, tutti inferiori al 3%. Vediamo le principali notizie di giorntata.
Europa: preoccupazione sulle controverse leggi antiriciclaggio per le criptovalute
Oggi iniziano i colloqui al Parlamento Europeo sulle controverse norme antiriciclaggio per le criptovalute e le transazioni verso portafogli privati, ai quali si vorrebbe associare un nome e cognome. Alcuni sperano ci siano modifiche alla linea dura, che sembra poter soffocare la privacy e l'innovazione.
Tuttavia, i legislatori del Parlamento europeo hanno affermato di voler vedere un monitoraggio più stretto di quali parti partecipano alle transazioni crittografiche. Gli operatori istituzionali del settore si sono mostrati contrari ad una norma secondo loro difficilmente applicabile, che porterebbe alla sospensione di alcuni servizi in Europa. Numerosi gli scettici che invocano violazione della privacy degli utenti che effettuano transazioni crittografiche, trattati in modo impari rispetto agli utilizzatori di denaro contante.
Ad alimentare le preoccupazioni in Europa ci sono anche proposte di legge per il divieto di criptovalute basate su “Proof-of-Work” (PoW), come Bitcoin, sostenute da associazioni ambientaliste e rilanciate da politici poco eruditi sotto il profilo crittografico. La campagna sui media per la difesa ambientale a discapito delle criptovalute PoW, indicate come maggiori responsabili, sta invadendo il web e riaccende il dibattito sulla necessità di ulteriori regolamentazioni sul tema.
Industria del mining: passi concreti verso la transizione energetica
È stato pubblicato il report del primo trimestre 2022 del Bitcoin Mining Council, un consorzio di 44 aziende di mining di 5 continenti, che rappresentano oltre il 50% del network globale di Bitcoin. Come si evince dal rapporto, il mining di Bitcoin ha fatto passi concreti verso la transizione energetica, molto più rapidamente di quanto fatto dalla politica europea.
La sicurezza del network Bitcoin è stata incrementata grazie ad una crescita del 23% dell’hashrate, ovvero la potenza di calcolo utilizzata nella rete globale. A fronte di questo aumento c’è stata una riduzione del 25% del fabbisogno energetico, ottenuto grazie ad un incremento di efficienza del 63%. L’utilizzo di energie rinnovabili nel settore è arrivato a toccare il 58,4%, dato ben al di sopra del paese più virtuoso al mondo, la Germania con il 48,5%.
L’industria del mining consuma lo 0,16% della produzione mondiale di energia ed è responsabile dello 0,085% di emissioni di CO2. Stando ai dati, si potrebbe pensare che la politica europea sia più preoccupata del proliferare delle criptovalute PoW, che non possono essere controllate, privilegiando quelle PoS, che sono più controllabili da chi ha un grande potere economico, utilizzando il tema ambientale a fini propagandistici.
Edward Snowden rivela di essere stato un contributore del lancio di Zcash
Edward Snowden, attivista ed ex informatore della sicurezza informatica degli Stati Uniti, ha rivelato di aver partecipato alla creazione della criptovaluta orientata alla privacy Zcash (ZEC). In un’intervista ha dichiarato di aver partecipato alla cerimonia di lancio per la scrittura del primo blocco con lo pseudonimo di John Dobbertin e successivamente di aver svolto un ruolo fondamentale per lo sviluppo dell’ecosistema.
L’algoritmo alla base di Zcash, a differenza di Bitcoin, rende impossibile il tracciamento delle transazioni e gli importi movimentati non possono essere determinati, tutelando al massimo la privacy dei partecipanti e al contempo garantendo la sicurezza dei pagamenti.
Snowden ha evidenziato come per Bitcoin il problema della privacy non permetterebbe realmente un libero scambio, mentre su ZEC ha commentato entusiasta: “Sono davvero felice di vedere che il progetto Zcash ci sta avvicinando sempre di più all'ideale di una valuta libera che è anche una valuta privata”.
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