Bitcoin sfonda la zona supportiva al di sotto dei 30.000 dollari, che non ha retto più di tanto. C’è stato un timido rimbalzo, ma non sufficiente per frenare la discesa. Per molti analisti questo è il segnale che sancisce l’inizio ufficiale del “bear market”. Il prezzo di Bitcoin al momento della scrittura è di 28.350 dollari, oltre il 10% in meno rispetto a ieri. La dominance della principale criptovaluta è salita al 45%, mostrando la volontà degli investitori di fuggire dagli asset più a rischio.
Il crollo dell’ecosistema Terra ha lasciato strascichi in tutto il mondo delle criptovalute, lo si vede dall’intera capitalizzazione di mercato, che scivola a 1.183 miliardi di dollari, con una riduzione di oltre il 16% in un giorno. Le principali altcoins perdono molto di più di Bitcoin con Fantom in capitolazione con -45%, gli asset di Terra in caduta libera e tutte le altre con perdite mediamente del 20 o 30%. Anche la stablecoin Tether Dollar (USDT) ha momentaneamente perso il dollaro, trovandosi a 0,98 dopo i bruschi movimenti di mercato.
Il piano di Do Kwon per salvare Terra e UST, LUNA a zero
Il CEO di Terraform Labs, Do Kwon, non si da per vinto e su Twitter comunica la sua idea per cercare di salvare la situazione catastrofica che sta vivendo l’ecosistema Terra. Attualmente la stablecoin UST è scambiata sotto ai 50 centesimi, dopo un recupero importante dal minimo di 0,225 dollari.
Do Kwon ha annunciato quello che spera sarà un piano di salvataggio per la comunità di Terra. In sostanza la principale misura correttiva proposta è stata l’aumentato del limite per ogni blocco di bruciare UST e creare LUNA, nel tentativo di ripristinare l’ancoraggio a un dollaro della stablecoin algoritmica.
Questo in sostanza significa sacrificare LUNA per salvare UST. LUNA è stata quindi gettata in una spirale di vendita senza fine che ha portato il prezzo a 0,07 e presto sarà a zero. Purtroppo, gli effetti su UST sembrano non essere quelli sperati e il sistema Terra sembra destinato a collassare completamente, ma solo il tempo potrà confermare l’esito di questa storia.
Aggiornamento: Crollo di Terra LUNA e UST: cos’è successo e cosa cambierà?
Terra trema, crollo di tutta la DeFi
La capitolazione di Terra si è fatta sentire in tutto il mondo delle criptovalute per le grandi dimensioni rispetto all’intero marcato. Basti pensare che LUNA era al sesto posto degli asset più capitalizzati, con un massimo di oltre 40 miliardi registrato un mese fa, mentre UST aveva raggiunto i 18,7 miliardi di dollari.
Anche il settore della finanza decentralizzata (DeFi) è stato colpito duramente dall’evento. In particolare, tutti i protocolli presenti su blockchain Terra, che nel totale avevano raccolto oltre 31 miliardi di dollari, ora sono stati prosciugati e in totale ammontano a 2,8 miliardi. Terra era il secondo ecosistema DeFi per dimensione dopo Ethereum. Anche i protocolli DeFi su altre blockchain, specialmente legati all’uso di UST e LUNA, hanno visto una forte riduzione del valore depositato sugli stessi. Questi asset erano presenti su decine di altre blockchain in forma warappata, ovvero con dei token che rappresentano gli stessi sulla blockchain di origine.
Questo episodio ha minato la fiducia nel sistema DeFi in generale, anche dove non è presente un legame diretto con gli asset di Terra. La DeFi nel suo insieme ha visto una riduzione del valore bloccato al suo interno di oltre il 50%, passando dal massimo di 289 miliardi agli attuali 130 miliardi. In futuro gli utilizzatori della DeFi valuteranno sicuramente in modo diverso i rischi nell’utilizzo dei protocolli.
Grandi scambi di Ethereum da parte delle balene, volumi alle stelle
Nonostante le quotazioni in calo su tutto il mercato crittografico, i grandi detentori di Ethereum sono stati impegnati ad acquistare e vendere la criptovaluta come non succedeva dallo scorso anno. Secondo i dati di Santiment, un portale di analisi on-chain, nella giornata di ieri sono state effettuate 2956 transazioni da parte di balene, ovvero portafogli con asset per un valore superiore al milione di dollari.
Molti scambi sono avvenuti sulla coppia ETH/BTC, che nonostante le attuali condizioni di mercato si trova ancora in tendenza rialzista dal 2019, sia sul grafico settimanale che sul mensile. Ethereum è cresciuto del 250% rispetto a Bitcoin da dicembre 2020, quando è avvenuta la pubblicazione della Beacon Chain e l’inizio della migrazione all’algoritmo di consenso “Proof-of-Stake”.
I segnali on-chain, che mostrano un movimento coordinato della maggior parte dei grandi detentori, suggeriscono un accumulo a discapito dei portafogli meno capitalizzati. Non sappiamo se abbiamo raggiunto il fondo dei ribassi, ma certamente le balene non vogliono farsi trovare impreparate all’ imminente lancio di Ethereum 2.0.
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