Siamo ormai agli sgoccioli, Coinbase è pronta per sbarcare a Wall Street. Domani 14 aprile l'Exchange più grande del Mondo catalizzerà l'attenzione di tutti gli investitori, e non solo di quelli relativi alle criptovalute. Non ci sarà alcuna IPO, ma una quotazione diretta al NASDAQ, con simbolo COIN.
Ora si rincorrono le stime degli analisti sulla valutazione. La forbice è molto ampia, si va da una stima di 18,9 miliardi, elaborata dalla società di ricerca sugli investimenti New Constructs, a una che arriva fino a 230 miliardi, effettuata dal gruppo di ricerca Delphi Digital, che equivale a 20 volte il fatturato dell'azienda.
Nelle ultime ore sembra che la gran parte degli osservatori consideri un valore di mercato di 100 miliardi di dollari, che è una cifra sbarlorditiva solo se si pensa che Coinbase fino a 10 anni fa non esisteva neppure. Da mercoledì quindi andranno sul mercato 114,9 milioni di azioni di Coinbase, a un prezzo di 200 dollari.
Quotazione Coinbase: perché la valutazione è così alta
È giustificata la valutazione alle stelle data dagli analisti? L'ascesa di Coinbase è stata entusiasmante. L'azienda avviata in un appartamento di San Francisco nel 2012 da Brian Armstrong e Fred Ehrsam oggi ha 56 milioni di utenti e procede a un ritmo di 13 mila nuovi clienti al giorno. Nello scenario più ottimistico, la società punta ad arrivare fino a 7 milioni di utenti mensili.
L'obiettivo per ora è quello di riuscire ad attrare un numero maggiore di clienti istituzionali, anche perché quello potrebbe essere un canale importante per veicolare tanti nuovi piccoli trader. Non è impossibile che il passo venga compiuto in breve tempo, perché già colossi come Tesla e MicroStrategy si sono mossi nella direzione delle criptovalute acquistando una quantità importante di Bitcoin.
Se ciò avverrà l'azienda potrà raggiungere presto un fatturato enorme. La scorsa settimana ha previsto entrate del primo trimestre 2021 per 1,8 miliardi, superiore agli 1,3 miliardi dell'intero 2020, con un profitto che va dai 730 agli 800 milioni di dollari.
Basti pensare che le entrate complessive del NASDAQ dello scorso anno si sono aggirate intorno ai 5,6 miliardi di dollari, il che rende l'idea delle potenzialità atomiche di un'azienda in continua crescita. Allo stato attuale la società offre la possibilità di scambiare decine di criptovalute che hanno valore legale in 32 Paesi diversi.
Quotazione Coinbase: i rischi per l'Exchange
La quotazione di Coinbase probabilmente sta facendo da traino al rally degli ultimi giorni delle criptovalute, con Ethereum che ha aggiornato i massimi storici e Bitcoin che si rilancia prepotentemente verso le vette raggiunte il 13 marzo di quest'anno.
Riguardo invece la terza criptovalute più scambiata, ossia Ripple, che è quella che ha guadagnato più di tutte, vi è una storia particolare. Poco tempo fa la Security and Exchange Commission ha richiamato Coinbase con un mandato di comparizione per aver venduto la criptovaluta come titolo non registrato.
Contemporaneamente la stessa SEC ha citato in giudizio Ripple e due dei suoi fondatori per violazione delle leggi statunitensi. Quanto è bastato perché Coinbase rimuovesse Ripple dall'elenco delle monete digitali trattate. Il rischio è che altre criptocurrency potrebbero essere delistate se l'Autorità di vigilanza americana estenderà la sua indagine.
A tale rischio si aggiunge anche l'estrema volatilità delle criptomonete, che potrebbe compromettere la stabilità dell'Exchange. Ovviamente la maggior parte dei ricavi deriva dalle commissioni di negoziazione, che ammontano all'1,4% per i clienti al dettaglio e allo 0,05% per quelli istituzionali. Però la possibilità che le quotazioni precipitino in poco tempo esiste e questo potrebbe allontanare una base di clientela molto solida.