Banca Monte dei Paschi di Siena affonda a Piazza Affari perdendo l'11%, dopo il crollo del 6,9% nella giornata di ieri. A scatenare la furia delle vendite il previsto aumento di capitale di 2,5 miliardi di euro, che corrisponde a 5 volte l'attuale capitalizzazione della società, è il taglio del 20% della forza lavoro.
Gli investitori temono di rimanere imbrigliati nell'aumento di capitale come successo con Saipem in quanto, come dalle sale operative di MPS hanno riferito, questa operazione risulterà fortemente diluitiva. Quindi gli azionisti preferiscono vendere adesso. In questi giorni l'Amministratore Delegato incontrerà gli investitori per convincerli in merito al nuovo piano industriale 2022-26 presentato giovedì scorso.
MPS: lo scoglio del Market Adverse
MPS ha firmato con le banche d'affari un accordo di pre-sottoscrizione sull'aumento di capitale, il che potrebbe essere un segnale positivo per il mercato se non fosse per lo scoglio della clausola legata all’inoptato. I global coordinator al momento sono Mediobanca, Citigroup, Credit Suisse e Bank of America. L'accordo di pre-underwriting consiste nella sottoscrizione a un prezzo pre-definito della cifra che rimane inoptata dopo l'aumento, fermo restando la clausola Market Adverse Clause. Questa consiste nel fatto che si possa venire meno all'impegno di sottoscrizione qualora dovessero accadere eventualità non previste come guerre, calamità e condizioni geopolitiche estreme, oppure nel caso in cui non vi siano più le condizioni di mercato per l'aumento di capitale.
Quest'ultima è un'ipotesi che allo stato attuale potrebbe essere rischiosa, in quanto prevede uno scarso interesse del mercato a sottoscrivere l'aumento e quindi un livello di inoptato molto alto. Già nel 2016 vi fu un precedente, quando l'aumento di capitale di 7 miliardi rischiò di non essere attuato perché lo scarso appetito degli investitori portò alla sottoscrizione di pochissime nuove azioni e le banche non si vollero accollare l'onere dell’inoptato.
Allora entrò lo Stato a prendersi la parte mancante, ma ora la situazione è diversa. Il Tesoro italiano ha un pacchetto del 64% e già parteciperà pro-quota detenuta all'aumento di capitale. A questo si aggiunge anche l'attesa per la proroga da parte della Commissione Europea sulla permanenza nel capitale di MPS da parte del MEF. In questo momento il Ministero sta trattando per un'uscita in un futuro prossimo, ma i termini non sono stati ancora stabiliti.
Banca MPS: cosa prevede il piano industriale
L'aumento di capitale previsto dal piano industriale serve da un lato a coprire 4.000 uscite volontarie corrispondenti a 800 milioni di euro, e dall'altro a portare il CET1 della banca a sopra il 14% nel 2024 e al 15,2% nel 2026. In questo modo la banca mira a raggiungere l'obiettivo di essere "stabile e profittevole". I canali attraverso cui ciò può essere attuato sono fondamentalmente tre: il primo riguarda la semplificazione della struttura aziendale; il secondo attiene alla razionalizzazione dei costi della banca, a partire proprio dalle uscite volontarie; il terzo fa riferimento ai ricavi commerciali, con particolare attenzione alla Bancassurance di Axa e all'Asset Management di Anima.
Alla fine di tale percorso, l'istituto senese mira a un rendimento del patrimonio netto tangibile (ROTE) dell'8% nel 2024 e dell'8,7% nel 2026; in pratica quasi il doppio rispetto al 4,6% dello scorso anno. Inoltre, il piano proietta utili al 2024 di 1 miliardo di euro, con la banca che dovrebbe tornare a distribuire dividendi agli azionisti nel 2025, attraverso un payout del 30%. Quanto alla situazione finanziaria in merito ai crediti deteriorati, i NET NPE dovrebbero passare dal 2,6% del 2021 all' 1,9% del 2024 e all'1,4% del 2026.
MPS: la BCE potrebbe non approvare il piano industriale
Sul piano industriale presentato da Banca Monte dei Paschi di Siena dovrà pronunciarsi la Banca Centrale Europea entro il termine di 90 giorni. Tuttavia, alcuni trader che stanno puntando al ribasso sul titolo sostengono che l'Eurotower potrebbe respingere il piano in quanto l'aumento di capitale di 2,5 miliardi di dollari sarebbe troppo esiguo per risanare l'istituto di Piazza Salimbeni. Ad agosto invece vi è l'appuntamento con l'Assemblea degli azionisti per l'approvazione, con la banca che si aspetta una risposta positiva.