I prezzi del petrolio WTI continuano a salire con un dollaro debole, dopo che si sono allentati i timori di un aumento dell'inflazione, con il crollo delle scorte di carburante a indicare che un eccesso di greggio avrà vita breve mentre viene riavviata la produzione in Texas.
Previsioni OCSE e tagli OPEC+ alimentano il rialzo
I prezzi del greggio rimangono stabili, sostenuti dalle previsioni dell'OCSE sulla ripresa economica e dai tagli alla produzione dell'OPEC+, anche se sono stati frenati dall'aumento delle scorte di greggio negli USA.
Secondo un report dell'U.S. Energy Information Administration (EIA), le scorte di benzina sono scese di 11,9 milioni di barili nella settimana terminata il 5 marzo, a 231,6 milioni di barili, contro le attese di una flessione di 3,5 milioni di barili. Secondo Tamas Varga, analista senior presso Pvm Oil Associate, il forte decremento delle scorte di benzina negli Stati Uniti ha contribuito a sostenere i prezzi dell’oro nero.
Tuttavia le riserve di petrolio sono aumentate di 13,8 milioni di barili nella stessa settimana, a 498,4 milioni, contro le attese degli analisti intervistati da Reuters che si aspettavano 816.000 barili, in un quadro in cui l'industria petrolifera del Paese continua a risentire degli effetti della tempesta invernale di metà febbraio che ha costretto al blocco della produzione in Texas.
Materie prime, petrolio WTI: l’analisi tecnica
Le quotazioni del petrolio WTI hanno recentemente toccato i massimi a oltre 13 mesi, sfiorando i 70 dollari al barile prima di ripiegare in modo deciso verso i 63 dollari questa settimana. A spingere i prezzi del greggio sono stati diversi fattori: i tagli dell’OPEC+, le tensioni in Yemen e le condizioni climatiche avverse in Texas.
A livello tecnico il greggio prosegue quindi il suo trend rialzista di medio periodo, partito dai minimi in area 33,64 dollari a novembre 2020 e il recente rimbalzo da area 63 dollari non fa altro che confermare la view costruttiva sul greggio. Con il ribasso e la successiva ripresa delle quotazioni, i corsi hanno infatti completato il pullback sul livello orizzontale violato al rialzo il 4 marzo scorso confermando il trend positivo.
Al momento della scrittura i prezzi del greggio gravitano attorno ai 65,50 dollari al barile e nella giornata odierna si potrebbero implementare strategie long, in linea con il trend di fondo, al breakout di un livello chiave visibile sul timeframe a 30 minuti. In particolare, la rottura dei 66,00 dollari darebbe il via a posizioni di acquisto che avrebbero target l’area di massimi a 67,40 dollari. Vediamo i livelli e la strategia nel dettaglio.
Materie prime, petrolio WTI: le strategie operative con i Certificati Turbo24 di IG
A livello operativo, si potrebbero valutare strategie long da 66,00 dollari. Lo stop loss potrebbe essere localizzato a 64,75 dollari, mentre l’obiettivo a 67,40 punti.
Per questo tipo di operatività si presta il Certificato Turbo24 Long di IG con ISIN DE000A22QHE2, leva 10 e prezzo ask a 6,606 euro. Con il Turbo Calculator vediamo i livelli corrispondenti sul Certificate: prezzo di entrata a 7,086 euro, stop loss a 5,831 euro e target a 8,481 euro. Per trovare la corretta size di ingresso a mercato, ricordiamo che:
- 1 Turbo24 = 0,01 euro a punto
- 10 Turbo24 = 0,10 euro a punto
- 100 Turbo24 = 1 euro a punto
- 1.000 Turbo24 = 10 euro a punto
Ad esempio, pensiamo di comprare 100 pezzi del Certificato Turbo24 con ISIN DE000A22QHE2 per un controvalore di 657,60 euro. Se il nostro target venisse raggiunto potremo vendere i prodotti incassando 848,10 euro. Se invece dovesse essere raggiunto lo stop loss si avrebbe la possibilità di vendere i Certificate a 583,10 euro.
L’ammontare massimo che si potrà perdere non supererà in ogni caso l’investimento iniziale: perché accada ciò le quotazioni del petrolio dovranno raggiungere i 59,1689 dollari, dove si trova il Knock-Out del Certificate.
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