L’oro continua ad essere sottoposto ad una intensa pressione ribassista. Nel giro di appena due mesi, è passato dall’essere l’investimento preferito da parte dei grandi investitori in cerca di un porto sicuro ad un asset che è sulla buona strada per archiviare il peggior trimestre in quasi 40 anni. La svolta si è verificata in concomitanza con l’aumento dei rendimenti obbligazionari, un elemento che, tradizionalmente, abbatte l’appeal del metallo prezioso.
L’inversione di tendenza è stata decisa, dopo il migliore anno degli ultimi 10, nel 2021 il prezzo dell’oro ha lasciato sul parterre oltre il 10% con gli investitori che hanno abbandonato l’interesse per gli ETF aventi il metallo giallo come sottostante.
Dal punto di vista macro, l'oro viene influenzato dall'aumento del biglietto verde e dall'aumento dei rendimenti obbligazionari. Tuttavia la crescente aspettativa di inflazione rischia di erodere gradualmente l'aumento dei rendimenti.
Il gigantesco pacchetto di stimoli del valore di 1.900 miliardi di dollari di recente approvato al Senato USA, fornisce le condizioni ideali per l'inflazione, soprattutto perché l'economia a stelle e strisce continua a mostrare segnali di recupero.
Se l’inflazione dovesse accelerare rapidamente gli investitori si riverseranno sull’oro come copertura e, in caso di uno shock deflazionistico, il metallo giallo beneficerà di rendimenti obbligazionari nominali e reali in calo.
Materie prime, Oro: l’analisi tecnica
Il quadro tecnico dell’oro parla chiaro. Il metallo giallo è inserito in un trend ribassista nato dai top a 2.075 dollari l’oncia registrati il 7 agosto 2020. Al momento le quotazioni hanno ripreso vigore dopo aver testato l’area di concentrazione di domanda nell’intorno dei 1.700 dollari, livello di sostegno che conta i minimi registrati il 5 giugno 2020.
Questo riassorbimento del recente eccesso di momentum ribassista potrebbe riportare i corsi al livello tecnico orizzontale 1.765 dollari l’oncia, abbandonato il 26 febbraio scorso. In tal caso, segnali di vendita in prossimità di questo livello potrebbero favorire l’implementazione di strategie ribassiste che avrebbero come target i 1.670 dollari l’oncia.
Nel brevissimo termine non vi sono ancora segnali che farebbero privilegiare strategie contrarian al rialzo verso il livello orizzontale precedentemente menzionato. Dunque, a livello intraday, si potrebbero implementare strategie short in caso di un ritorno al di sotto dei 1.700 dollari per puntare sempre ad un ritorno in area 1.670 dollari. Vediamo ora la strategia e i livelli nel dettaglio.
Materie prime, Oro: le strategie operative con i Certificati Turbo24 di IG
A livello operativo, si potrebbero valutare strategie short da 1.700 dollari. Lo stop loss potrebbe essere localizzato a 1.725 dollari, mentre l’obiettivo a 1.670 punti.
Per questo tipo di operatività si presta il Certificato Turbo24 Long di IG con ISIN DE000A22PYM2, leva 10 e prezzo ask a 17,752 euro. Con il Turbo Calculator vediamo i livelli corrispondenti sul Certificate: prezzo di entrata a 19,598 euro, stop loss a 17,111 euro e target a 22,594 euro. Per trovare la corretta size di ingresso a mercato, ricordiamo che:
- 1 Turbo24 = 0,01 euro a punto
- 10 Turbo24 = 0,10 euro a punto
- 100 Turbo24 = 1 euro a punto
- 1.000 Turbo24 = 10 euro a punto
Ad esempio, pensiamo di comprare 50 pezzi del Certificato Turbo24 con ISIN DE000A22PYM2 per un controvalore di 880 euro. Se il nostro target venisse raggiunto potremo vendere i prodotti incassando 1.129,70 euro. Se invece dovesse essere raggiunto lo stop loss si avrebbe la possibilità di vendere i Certificate a 855,55 euro.
L’ammontare massimo che si potrà perdere non supererà in ogni caso l’investimento iniziale: perché accada ciò le quotazioni dell’oro dovranno raggiungere i 1.894,96 dollari, dove si trova il Knock-Out del Certificate.
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