Nelle ultime sedute l’oro ha recuperato terreno dopo aver raggiunto un minimo in area 1.676 dollari. Con la passata ottava, il metallo giallo ha archiviato per la prima volta da gennaio, due rialzi settimanali consecutivi, una dinamica di prezzo resa possibile dalla debolezza del biglietto verde e da un ritorno all’acquisto degli investitori intimoriti da un potenziale aumento dell’inflazione.
Le piazze azionarie, soprattutto quelle europee, hanno infatti mostrato molta incertezza e i rendimenti obbligazionari hanno ceduto terreno. Questi due elementi hanno favorito il ritorno dell’attenzione verso il lingotto, i cui prezzi sembrano stabilizzarsi dopo due mesi all’insegna del ribasso. Nel 2021 il prezzo dell’oro ha perso circa l’8% a causa della rotazione settoriale dei grandi investitori che hanno preferito orientarsi verso asset caratterizzati da maggiore rischio.
Dopo la tanto attesa riunione della Federal Reserve e la rassicurazione di Jerome Powell agli investitori sul fatto che lascerà correre l’inflazione senza inseguirla con aumenti dei tassi, sembra ora probabile una svolta per i tassi di interesse reali, il che rappresenta un fattore di rialzo per l’oro, visto da sempre come tradizionale strumento di copertura contro l’inflazione.
Materie prime, Oro: l’analisi tecnica
Il quadro tecnico dell’oro parla chiaro. Il metallo giallo è inserito in un trend ribassista nato dai top a 2.075 dollari l’oncia registrati il 7 agosto 2020. Al momento le quotazioni hanno ripreso vigore dopo aver testato l’area di concentrazione di domanda nell’intorno dei 1.670-1.700 dollari, area di sostegno che conta i minimi registrati a giugno 2020.
Questo riassorbimento del recente eccesso di momentum ribassista potrebbe riportare i corsi al livello tecnico orizzontale a 1.765 dollari l’oncia, abbandonato il 26 febbraio scorso. In tal caso, segnali di vendita in prossimità di quest’area potrebbero favorire l’implementazione di strategie ribassiste di breve termine che avrebbero come target i 1.670 dollari l’oncia. La positività tornerebbe in caso di una violazione stabile di area 1.765 dollari, mossa che potrebbe dare un primo segnale di inversione della recente tendenza ribassista a favore dei compratori.
Al momento però la price action è chiara: ci troviamo ancora all’interno di una struttura discendente, dunque, fino a prova contraria, il test di livelli dei livelli di resistenza (con conseguenti segnali di debolezza) andrebbero interpretati come opportunità di vendita in linea con il trend dominante. Vediamo ora la strategia e i livelli nel dettaglio.
Materie prime, Oro: le strategie operative con i Certificati Turbo24 di IG
A livello operativo, si potrebbero valutare strategie short da 1.765 dollari. Lo stop loss potrebbe essere localizzato a 1.785 dollari, mentre l’obiettivo a 1.670 dollari.
Per questo tipo di operatività si presta il Certificato Turbo24 Long di IG con ISIN DE000A22PYB5, leva 10 e prezzo ask a 17,448 euro. Con il Turbo Calculator vediamo i livelli corrispondenti sul Certificate: prezzo di entrata a 14,102 euro, stop loss a 12,101 euro e target a 23,601 euro. Per trovare la corretta size di ingresso a mercato, ricordiamo che:
- 1 Turbo24 = 0,01 euro a punto
- 10 Turbo24 = 0,10 euro a punto
- 100 Turbo24 = 1 euro a punto
- 1.000 Turbo24 = 10 euro a punto
Ad esempio, pensiamo di comprare 50 pezzi del Certificato Turbo24 con ISIN DE000A22PYB5 per un controvalore di 871 euro. Se il nostro target venisse raggiunto potremo vendere i prodotti incassando 1.180,05 euro. Se invece dovesse essere raggiunto lo stop loss si avrebbe la possibilità di vendere i Certificate a 605,05 euro.
L’ammontare massimo che si potrà perdere non supererà in ogni caso l’investimento iniziale: perché accada ciò le quotazioni dell’oro dovranno raggiungere i 1.905,01 dollari dove si trova il Knock-Out del Certificate.
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