Il NASDAQ-100 ha chiuso l'ultima seduta a Wall Street in rialzo dello 0,79%, aggiornando il suo record storico a 14.253 punti. A trascinare il listino dei titoli tecnologici sono state le Big Tech come Amazon e Microsoft, con quest'ultima che è diventata la seconda società dopo Apple a raggiungere una capitalizzazione superiore a 2.000 miliardi di dollari.
L'indice è stato spinto in alto dalle parole di Jerome Powell, il quale nella mattinata di ieri ha dichiarato che l'inflazione tornerà agli obiettivi prefissati dalla Federal Reserve, una volta che gli effetti transitori della crescita dei prezzi si saranno attenuati.
Quindi la Banca Centrale mette l'accento ancora una volta sulla temporaneità del fenomeno inflazionistico, cosa che fa pendant con le osservazioni del giorno prima da parte del Presidente della FED di New York, John Williams. Costui infatti aveva affermato che l'istituto centrale per il momento manterrà basso il costo del denaro fintanto che l'occupazione rimane lontana dall'obiettivo della Banca.
NASDAQ: 3 ragioni per la continuazione del rally
La grande paura che il FOMC potesse alzare anzitempo i tassi d'interesse si è affievolita quindi e il NASDAQ ne ha approfittato immediatamente. Per la verità, nonostante l'incertezza che ha regnato in questo ultimo mese, l'indice tecnologico ha guadagnato il 4,5% nello stesso periodo, oltre 3 volte il rendimento dell'S&P 500, che ha realizzato una performance dell'1,4%. Al di là dei toni rassicuranti delle alte istituzioni americane, però, vi sono delle buone ragioni per ipotizzare che il rally possa essere solo all'inizio, una volta che il NASDAQ è arrivato ai top di sempre. Eccole:
Multipli convenienti
Il rapporto price/earnings medio delle società quotate al NASDAQ in questo momento è allettante, essendo che le azioni scambiano a 29,9 volte gli utili attesi. Sebbene l'indicatore sia leggermente in rialzo in confronto al valore del 2019, quando era a 28 punti, oggi si trova in deciso calo rispetto al picco di 40 punti del 2020, allorché si era in piena crisi pandemica.
L'S&P 500 ha multipli intorno a 23 punti, ma si sa che tra i due indici vi è sempre un gap a favore del NASDAQ e il fatto che esso si sia ridotto potrà costituire un segnale interessante da prendere in considerazione.
Tassi d'interesse bassi
I rendimenti obbligazionari in USA sono relativamente bassi. Se si fa il raffronto tra i Treasury Bond a dicembre del 2019 e quelli attuali si vede la differenza: i primi rendevano l'1,8%, i secondi l'1,47%. Il calo è evidente anche rispetto ai top di qualche mese fa quando le attese inflazionistiche avevano fatto schizzare i tassi all'1,74%.
Se la FED manterrà fede all'impegno di non alzare il costo del denaro alimentando una spirale positiva sui tassi, i titoli tecnologici continueranno a trarre vantaggio, favorendo gli acquisti al NASDAQ. Sappiamo bene infatti quanto per le aziende tech sia molto importante che l'onere sostenuto per finanziare i propri investimenti sia basso e il tasso al quale attualizzare i flussi di cassa futuri non sia troppo elevato.
Profitti attesi in crescita
Le indicazioni ricevute dalle ultime trimestrali pubblicate dai giganti tecnologici danno indicazione ben precise sui risultati aziendali, che sono previsti in crescita nei prossimi anni. Barclays ha stimato che l'utile medio per azione dei FAAMG ad esempio crescerà del 9% nel 2022 e del 14% nel 2023. Questo si interseca perfettamente con la valutazione dei multipli in quanto, ceteris paribus, guadagni attesi maggiori significano multipli più contenuti e quindi azioni maggiormente a sconto.