Dalle indicazioni giunte finora, il 2023 delle principali economie mondiali potrebbe risultare migliore delle attese. Molto probabilmente l’inflazione statunitense ha raggiunto un picco, l’economia del Vecchio continente si sta dimostrando più resiliente di quanto stimato e le riaperture in Cina promettono di spingere l’attività del Dragone (la riapertura cinese è diventato il topic di investimento per eccellenza di questo inizio di 2023).
Nonostante il contesto sia ricco di sfide, basti pensare al conflitto russo-ucraino ed alle politiche restrittive messe in campo dalle maggiori banche centrali, non mancano gli elementi per approcciarsi ai mercati con un pizzico di ottimismo. Dal punto di vista economico, la spinta sui prezzi dei prodotti energetici innescata dalle ostilità sembrerebbe sostanzialmente sotto controllo, mentre gli istituti centrali sembrerebbero a buon punto nel loro processo di controllo dei prezzi ed ora stanno entrando in una fase di “fine tuning” che potrà durare più o meno tempo ma che comunque rappresenta la premessa per la fine dell’epoca delle strette.
Un simile scenario ha inevitabilmente finito per spingere al rialzo i mercati che, dopo le forti perdite del 2022 e dopo aver prezzato uno scenario fondamentale in peggioramento, hanno approfittato, soprattutto sulla sponda europea dell’Atlantico, del contesto favorevole: lo S&P500 nel 2023 ha segnato un +6,5%, il Nasdaq un +13,3%, l’Euro Stoxx 50 un +12,4% ed il nostro Ftse Mib ha evidenziato un +16,84%.
La sovraperformance italiana è inoltre dovuta al fatto che recentemente la view sull’andamento della nostra economia è decisamente migliorata: nelle sue previsioni economiche d'inverno, la Commissione europea per l’anno corrente stima un Pil in aumento dello 0,8% (in autunno l'attesa era di una crescita dello 0,3%) mentre il FMI, che nell’ultimo studio si attendeva una contrazione dello 0,2%, ora pronostica un +0,6%.
Investire sul Ftse Mib
Il superamento dei 24.150 punti, che tra metà novembre e metà dicembre 2022 aveva rappresentato un livello di supporto, ha permesso ai corsi del paniere delle blue chip di Piazza Affari, il FTSE Mib, di spingersi in un mese e mezzo a ridosso dei 27.900 punti. Nella seduta odierna stiamo assistendo ad una correzione che non altera in alcun modo l’impostazione rialzista del grafico in special modo per quello che riguarda i principali indicatori direzionali (qualche pressione ribassista arriva dagli oscillatori più reattivi come l’indice di forza relativa).
Quei 27.600 punti che ieri hanno sostenuto i corsi oggi sono stati temporaneamente bucati per un test dell’area dei 27.500 punti. Un altro livello di supporto è fissato a 27.400 punti prima ed a 27.200 punti poi.
In un’ottica di breve termine, il superamento dei top di ieri potrebbe essere sfruttato in vista di un ritorno in direzione dei 28.200 punti, il livello toccato l’ultima volta lo scorso 5 gennaio. In questo caso uno stop potrebbe essere fissato a 27.350 punti. Chi invece volesse puntare su orizzonti temporali più estesi, i target potrebbero essere posti in area 28.700 e 28.950 punti, rispettivamente top dal settembre e dall’agosto 2008 mentre la posizione andrebbe chiusa a 26.150 punti.
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