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Si scatenano le vendite della sterlina, i mercati puniscono l'incertezza di Johnson;
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Il calo del greggio mette in difficoltà le compagnie petrolifere della Gran Bretagna;
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La reazione di governo e BOE per ora solo negli annunci.
La drammatica situazione che investe i mercati finanziari non risparmia la sterlina. La divisa di Sua Maestà è crollata nelle ultime ore ad un livello che non si vedeva da oltre 30 anni. In questo momento la valuta britannica quota intorno a 1,1550 sul dollaro americano dopo aver perso, da inizio anno, circa il 10% nei confronti del biglietto verde. A mandare giù il Pound una serie di fattori che in questo momento soffiano sull'incendio che è in corso a causa del coronavirus.
Crollo quotazioni sterlina: le ragioni della discesa
Innanzitutto gli investitori sono molto preoccupati riguardo la politica altalenante di Boris Johnson per contrastare la pandemia e gli effetti che essa avrà sull'economia del Regno Unito. La frase ultimamente rilasciata che richiama un arsenale di guerra contro il virus sembra in netto contrasto con l'atteggiamento blando che ha assunto rispetto agli altri leader europei che convintamente si sono impegnati in una lotta di trincea a tutti i livelli. E in una situazione come questa, dove i nervi degli operatori sono a fior di pelle, il mercato non ama l'incertezza e ricerca, quindi, nei maggiori rappresentanti delle istituzioni quella sicurezza che mette al riparo tutti da ogni turbolenza.
L'andamento della sterlina, poi, è legata a doppio filo a quello del petrolio. Il tracollo del greggio del 24% di ieri, poi risalito del 13% dopo la notizia del piano di 750 miliardi della BCE, ha dato una spinta ulteriore al ribasso della valuta. La Gran Bretagna è un grande produttore di energia, il 25% del FTSE 100 è rappresentato da compagnie petrolifere ed energetiche. Giocoforza un crollo di questa portata dell'oro nero ha degli effetti devastanti sull'indice britannico e di riflesso sulla divisa inglese.
In aggiunta a tutto questo, gli investitori stanno comprando dollari, considerati in questo momento un porto sicuro. Infatti, attualmente il biglietto verde è la valuta più comprata; lo si può vedere dal fatto che i traders lo stanno premiando nei confronti dei beni rifugio per antonomasia, ossia lo yen e l'oro. In quest'ultimo caso, per la verità, le vendite del metallo giallo si legano ai profitti incassati per coprire le perdite sull'azionario.
Infine bisogna ricordare sempre la spinosa questione legata a Brexit, non come causa del crollo della sterlina, ma come ulteriore aggravante. In questo periodo di agitazione generale, la separazione della Gran Bretagna dall'Unione Europea viene vista come un salto nel buio, laddove magari i danni economici che subiranno le aziende di tutti i paesi coinvolti dal fenomeno in atto dovrebbero essere affrontati in maniera univoca e soprattutto con unità di intenti.
Il futuro della sterlina: le mosse di Johnson e della BOE
Dove andrà a finire la sterlina? Molto dipenderà chiaramente dall'evoluzione della crisi e dalle misure che i governi metteranno in campo per affrontarla e superarla; ovviamente con estrema chiarezza bisognerà capire se il premier britannico si accoderà agli altri oppure imboccherà una strada che potrebbe essere senza ritorno. Ad onor del vero il Governo ha annunciato un pacchetto che comprende 330 miliardi di sterline che andranno, sotto forma di aiuti, a tutte le imprese che sono state colpite dalla crisi e ovviamente a garanzia dei crediti verso il sistema sanitario nazionale. Ma non è tutto, per sostenere la Sanità, Johnson si sta attivando per convincere leader che operano nel settore manifatturiero come Jbc e Dyson, o grandi case automobilistiche come Ford e Rolls Royce, a spostare parte della produzione nei respiratori per coloro che sono in terapia intensiva. Al riguardo, inoltre, l'inquilino di Downing Street conta di allestire degli ospedali dentro strutture alberghiere richiamando in servizio medici e infermieri che sono in pensione.
Anche il governatore della Bank of England Andrew Bailey è sceso in campo. Il nuovo numero 1 della BoE, entrato in carica da lunedì 16 marzo, in un'intervista a Sky News ha dichiarato che la Banca centrale inglese è pronta a intervenire sui mercati attraverso i tradizionali strumenti che riguardano i tassi a zero, il quantitative easing e il denaro direttamente elargito alle famiglie come una forma di helycopter money. Inoltre, ha parlato anche dell'utilizzo di un nuovo canale che attiene ai commercial paper, esattamente come sta facendo la Fed negli Stati Uniti. E' chiaro che questi provvedimenti, che di norma tendono a indebolire la valuta locale, servono per ridarle viceversa fiducia attraverso il rilancio dell'economia e il sostenimento di tutti quei fattori, come il petrolio, che incidono sul corso della sterlina. Naturalmente è solo una parte che dovrà incastrarsi perfettamente con tutte le misure che a livello globale verranno adottate per debellare questo mostro che ha messo in ginocchio i vari paesi coinvolti.