Il rublo nell'ultima settimana ha dato una prova di forza straordinaria, confermandosi quest'anno la migliore valuta a livello globale. Nei confronti dell'euro la moneta russa ha chiuso la sessione di venerdì con un rialzo portentoso del 9%, toccando il livello più alto degli ultimi 5 anni. Mentre rispetto al dollaro USA è salita del 2,8% al massimo dal 2018.
A sostenere il rally nei confronti della moneta unica, l'accettazione da parte di diverse società europee alla richiesta del Premier russo Vladimir Putin di pagare il gas naturale in rubli. Anche il blocco della fornitura del combustibile nei confronti della Finlandia, come ritorsione alla richiesta di Helsinki di entrare nella NATO, è stato visto dal mercato come una prova di forza da parte di Mosca.
Da quando il rublo si è rialzato dal de profundis a seguito delle sanzioni occidentali, non è stato sufficiente nemmeno l'allentamento delle restrizioni da parte della
Banca di Russia, che aveva abbassato i tassi d'interesse di 3 punti percentuali, a invertire la tendenza rialzista. E
l'apprezzamento potrebbe continuare ancora.
Sono in molti i clienti stranieri di Gazprom che stanno aprendo conti in rubli per effettuare la conversione e questo verosimilmente aumenterà la pressione nei confronti di dollaro USA ed euro. Il Vice Primo Ministro russo Alexander Novak, ha comunicato all'inizio della scorsa settimana che circa la metà degli oltre 50 acquirenti esteri di gas russo ha già aperto tali conti. Il mese scorso Gazprom ha interrotto i flussi di gas verso Polonia e Bulgaria per non aver rispettato il decreto di Putin, quindi molte aziende hanno preferito adeguarsi piuttosto che rischiare di rimanere a corto di forniture di gas.
Rublo forte: cosa significa per l'economia russa
La forza del rublo potrebbe comunque produrre qualche contraccolpo sul bilancio dello Stato, in quanto gran parte delle entrate arriva in valuta straniera. Quindi, se da un lato una valuta robusta serve per contrastare l'inflazione che in Russia ha raggiunto livelli molto alti, da un alto lato danneggia le esportazioni che rappresentano il principale punto di forza dell'economia russa.
Un super rublo non rientra nei piani delle Autorità di Mosca e la Banca Centrale potrebbe intervenire per smorzare la cavalcata della divisa. Tuttavia, in questo frangente ciò dà maggiore potere contrattuale a un Paese che molti credevano stretto all'angolo. A doversi preoccupare forse dovranno essere altri, che subiscono una maggiore pressione sulle proprie valute.
Secondo George Vaschenko, capo del dipartimento operativo del mercato azionario russo presso Freedom Finance LLC, non ci saranno pressioni ogni giorno su euro e dollaro, ma sicuramente avverranno nuove ondate di rafforzamento della moneta russa. A giudizio di Yuri Popov, uno stratega del cambio e dei tassi presso Sberbank CIB, entro l'inizio del terzo trimestre l'USD/RUB potrebbe scivolare verso 50 dai circa 60 attuali, quindi con una perdita tra il 15% e il 20%. Dello stesso avviso sembra essere Evgeny Koshelev di Rosbank, che reputa il rublo una moneta che può diventare ancora più forte.