Crollo verticale per il rand sudafricano sul quale sembra abbattersi la tempesta perfetta, come ha intitolato Reuters la settimana scorsa in un suo editoriale. Raggiunti così i minimi storici contro euro del 2020. Il ribasso che si sta venendo a concretizzare spinge EUR/ZAR ad un livello di variazione annua molto vicino a quel +30% che da tempo intercetta o anticipa punti di massimo importanti. L’evoluzione recente impone cautela anche perché stanno entrando in gioco fattori che vanno oltre l’analisi tecnica.
A scatenare il ribasso del rand la notizia di un coinvolgimento del Sudafrica nella fornitura di armi alla Russia. Gli Stati Uniti attendono a questo punto una posizione ufficiale dal Governo di Pretoria, ma il rischio è che se venisse confermata la notizia di attracco di navi russe sulle coste sudafricane, allora l’occidente potrebbe cominciare a far partire sanzioni contro la già sfibrata economia sudafricana. Il tasso di crescita rimane modesto anche a causa della difficile gestione del sistema di forniture elettriche a cittadini e imprese. I blackout di Eskom, la società parastatale che fornisce elettricità, arrivano ormai alle 10 ore mettendo in seria difficoltà famiglie e tessuto imprenditoriale. Non a caso le previsioni di crescita dell’economia sudafricana per il 2023 sono praticamente piatte.
Riguardo alla questione Ucraina-Russia, il Sudafrica si è dichiarato neutrale e questo lo pone in una situazione di disagio politico anche a causa del riavvicinamento a quell’idea dei paesi BRICS (di cui il Sudafrica fa parte) di dare vita ad una valuta alternativa al dollaro americano.
La moneta rimane sottovalutata osservando i valori medi storici del cambio effettivo reale, ormai sotto di un abbondante 20% rispetto al dato medio dell’ultimo ventennio. Solo Turchia e Giappone secondo questa metrica fanno peggio.
USD/ZAR: i rialzi non sono finiti
Andiamo però ad analizzare da vicino il grafico di USD/ZAR. Come per EUR/ZAR siamo entrati nella zona massimi storici del 2020, ma questo non significa che il mercato si fermerà qui. Molto più probabile un allungo fino a quella zona compresa tra 20,5 e 21 dove transita l’unione della linea di tendenza che parte dal massimo del 2016 e che, allungandosi dal massimo del 2020, potrebbe portarci verso un ideale massimo nel 2023/2024 completando così anche un ciclo quadriennale di nuovi massimi.
Gli oscillatori mensili come il Macd suggeriscono che la tendenza non è ancora arrivata a livelli estremi tali da giustificare l’inversione e questo conferma come i capitali esteri potrebbero continuare ad uscire dal paese andando a ricercare il sicuro porto dei Treasury americani. Al momento quindi lo scenario rimane molto incerto sul rand verso il quale comincerei a muovermi in modo tattico solo sopra quota 20 contro USD.