Il punto su EUR/USD è un appuntamento che non possiamo mancare per cercare di comprendere non solo la dinamica del rapporto di cambio più celebre al mondo, ma anche di tutto quello che vi ruota intorno a livello valutario.
Un segnale interessante arriva dalla metrica tecnica per eccellenza che misura la forza di una tendenza, l’ADX. Ci arrivo a breve.
Il dato sull’inflazione statunitense di aprile scivolato sotto il 5% (anche se l’inflazione core rimane sopra questa soglia) conforta la FED circa la bontà del lavoro che sta portando avanti da mesi con il rialzo dei tassi di interesse.
Appare inevitabile il rallentamento economico a fronte di costi di accesso al credito più alti, ma tassi di default societari e disoccupazione, tanto per citare due dati sempre molto importanti da monitorare, non sembrano indicare uno stato di tensione preoccupante lato congiuntura economica.
Per questo Powell e il resto del FOMC continuano a predicare prudenza. L’inflazione non è ancora rientrata nei ranghi (il 2% di tasso obiettivo) e il riaccendersi di un’inflazione soprattutto salariale, preoccupa la FED. Che rimane quindi guardinga. Chi non crede a questa retorica è il mercato che continua a scontare almeno un paio di tagli nel costo del denaro entro fine 2023. Sarà tema post estivo.
EUR/USD: l'ostacolo è rappresentato da quota 1,1
Intanto il dollaro rimane debole, ma lo stesso euro appare incapace di superare la barriera tecnica di resistenza di 1,10. E il motivo risiede nei dati macroeconomici che arrivano da Eurolandia. La produzione industriale in Germania e Italia è in calo con gli effetti dei ripetuti (e imminenti) aumenti dei tassi da parte della BCE che si fanno sentire nei muscoli del tessuto economico europeo. Nella prossima riunione di giugno la Lagarde aumenterà i tassi di 25 punti base e poi probabilmente si assisterà anche qui ad una pausa per valutare gli effetti sull’economia reale.
Ma andiamo finalmente all’analisi tecnica per capire costa sta succedendo sull'EUR/USD. L’indicatore per eccellenza che utilizzo per misurare la forza del trend è l’ADX. Questo indicatore solitamente al superamento di quota 30 punti indica un trend in accelerazione.
Questo sembrava in effetti il destino della tendenza di EUR/USD prima del recente ripiegamento dell’ADX. La piega all’ingiù del cambio fa pensare ad un rallentamento nella salita con la forza dei compratori che sembra essere in via di affievolimento. C’è un sentiment eccessivamente ottimista sull’euro e un ipercomprato da smaltire. Per questo ritengo che un retest della media mobile a 200 giorni in transito a 1,07 sia nell’aria. Solo a quel punto rientrare long su EUR/USD potrà essere una interessante opportunità tattica.