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Il Real brasiliano ha perso un terzo del suo valore da inizio anno anche per colpa della politica negazionista del Presidente Bolsonaro
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Prima la causa ambientale, poi il corona virus, sono stati due banchi di prova che hanno messo in luce i limiti politici di Bolsonaro
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Nonostante interventi ripetuti sul mercato dei cambi il Real brasiliano continua a far registrare nuovi minimi storici
La stella di Bolsonaro potrebbe essere sulla via dell’esaurimento a giudicare dalla scarsa lungimiranza politica dimostrata dal premier brasiliano. Il Real, valuta del Paese sudamericano, sta collassando, con un calo che dall’inizio dell’anno supera il 30%. Un terzo del suo valore se n’è andato, peggio anche del malconcio Rand sudafricano di cui ho parlato mercoledì. Scarsa lungimiranza quella di Bolsonaro che prima ha cercato una sponda negli Stati Uniti sulla questione ambientale, gas serra, incendi, di fatto negando non solo i cambiamenti climatici ma anche l’opportunità di allentare il passo di distruzione della foresta amazzonica.
Isolato praticamente da tutti su questo fronte, Bolsonaro ha cercato ancora una volta di accodarsi a Trump sulla vicenda Coronavirus. Ma anche su questo fronte, la linea tracciata finora del Presidente brasiliano sembra ormai sulla via della capitolazione. Dopo aver lasciato il Paese senza sostanziali precauzioni, con tanto di viaggi pubblici tra strette di mano e dichiarazioni roboanti negazioniste, il Presidente è tornato a più miti consigli. Non più una influenzetta come l’aveva definita Bolsonaro ma la sfida più grande per il futuro. Questo è diventato il Coronavirus nelle ultimi apparizioni e probabilmente il cambio di rotta è arrivato quando l’amico Trump ha voltato le spalle allo stesso Bolsonaro minacciando il divieto di ingresso negli States per i voli dal Brasile.
Nel mezzo un’economia sempre più debole, fiaccata da rallentamento globale e deprimenti prezzi delle materie prime di cui naturalmente il Brasile è grande produttore. La Banca centrale a più riprese ha tagliato i tassi, con l’ultimo ribasso di mezzo punto percentuale che ha portato il costo del denaro al livello minimo storico del 3,75%. Decisione legittima per rilanciare la crescita ed assottigliare i rendimenti reali che fino a poco tempo fa erano ampiamente positivi. Mossa che rischia però di far perdere il controllo sulla valuta. Già qualche settimana fa invano la Banca centrale di Brasilia aveva tentato di difendere il Real con interventi diretti sul mercato. Queste mosse hanno però solamente prosciugato le riserve, con scarsi risultati. Probabile che la prossima gaffe di Bolsonaro sarà proprio sulla politica monetaria. Costretto da fuoriuscite di capitali imponenti dal Paese, al politico originario dello Stato di San Paolo non resterà che l’arma più antica del mondo per tentare di salvare una valuta: alzare i tassi e renderla più appetibile.
Tecnicamente non c’è molto da dire se non prendere atto di una sorta di pentola a pressione che è esplosa. Il doppio massimo di 4.25 sul cambio UsdBrl realizzato tra il 2015 e il 2018 è letteralmente stato frantumato con tre mesi consecutivi di rialzo che hanno portato il Dollaro ben oltre quota 5 contro Real. Quello che in questo momento può augurarsi un possessore di bond brasiliani è nella migliore delle ipotesi un return move verso la precedente resistenza ora supporto…oppure le dimissioni di Bolsonaro.