Dopo le dimissioni di Boris Johnson il partito conservatore britannico, compagine di maggioranza in Gran Bretagna, ha cominciato a raccogliere le adesioni di chi vorrebbe guidare il Paese fino al 2024 data delle elezioni. Per effetto di un sistema di Governo molto particolare, lo scenario dovrebbe quindi essere quello di un proseguimento della maggioranza per altri due anni prima dell’appuntamento elettorale.
La doppia cifra nella variazione dei prezzi al consumo è ormai realtà e la Bank of England, pur essendo proattiva nel muoversi prima di molti altre Nazioni con il rialzo dei tassi, lo sta facendo in modo timido. I motivi sono tutti economici e legati a anche a quel mercato immobiliare che da sempre rappresenta croce e delizia di un’economia quasi completamente basata sui servizi come quella inglese.
Il mercato al momento prezza un livello di rialzo dei tassi in zona 3%, ma come sempre questi numeri cambiano continuamente sulla base delle dichiarazioni dei banchieri centrali e sui nuovi dati macroeconomici che contribuiscono a spostare le attese degli analisti. Il 2 agosto la BoE deciderà sui tassi con un rialzo che si spera possa cominciare a far piegare una curva dell’inflazione sempre vicinissima al 10%.
La successione al Primo Ministro potrebbe anche impattare nel percorso di uscita definitiva dalla UE. Già formalizzata, la Brexit continua ad avere nodi irrisolti in quei confini nord irlandesi che rappresentano ancora oggi l’unico punto di contatto terrestre con la UE. Vedremo se il nuovo Governo mostrerà spinte ancora più estreme verso l’allontanamento dall’Europa oppure se la presenza multietnica di vari candidati riporterà ad un riavvicinamento con Bruxelles.
La sterlina paradossalmente ha tratto beneficio dalle dimissioni di Johnson, almeno contro euro. Diverso il discorso rispetto al dollaro dove anche i supporti di zona 1,20 stanno vacillando sotto i colpi di un biglietto verde che ha ritrovato la parità con l’euro.
GBP/USD ed EUR/GBP: analisi tecnica e livelli trading
GBP/USD sta tentando di forzare il supporto a 1,20/1,22, che potrebbe prolungare in caso di tenuta il trading range in essere dal referendum sulla Brexit. Dovessero cedere i sostegni il rischio evidente è quello di un Pound che per i prossimi anni perderà ancora terreno viaggiando anch’esso verso una parità fino a qualche mese fa impensabile.
Il cross EUR/GBP sfrutta il differenziale tassi tra UK e UE per muoversi ancora una volta verso quella zona di supporto di 0,83 che dalla Brexit in avanti ha sempre contenuto le pulsioni bearish come possiamo apprezzare dal grafico. Qui più che la BeE sarà la BCE a decidere il destino dell'euro, che si aggrappa alla speranza dell’avvio di un ciclo di rialzo del costo del denaro da parte di Francoforte a luglio. Questo evento potrebbe dare un po' di sollievo all’inflazione importata. Sotto la soglia di 0,83 si potrebbero valutare strategie di matrice long sulla sterlina.