Erano 20 anni che non si vedeva l'EUR/USD scendere a un livello così basso. Nella giornata di oggi il cambio tra le due principali valute ha toccato un minimo di 1,0281, mentre si fanno sempre più minacciosi i timori che l'Europa possa andare incontro a una potente recessione. Con i prezzi del gas che salgono in maniera inarrestabile e la guerra Russia-Ucraina che non accenna ad attenuarsi, lo spauracchio di una contrazione economica potrebbe presto diventare realtà.
L'inflazione è arrivata all'8,6%, secondo l'ultima lettura del mese di giugno; questo costringerà la
Banca Centrale Europea a una
prima stretta sui tassi questo mese e a un'altra a settembre. Il problema è che un'economia messa a dura prova da una serie di eventi contrari come quelli accennati, difficilmente potrà sopportare il peso di una BCE che diventa aggressiva sulla sua politica monetaria senza innescare movimenti recessivi. Tutto questo è stato percepito perfettamente dai mercati, che infatti hanno preso a vendere a mani basse la moneta unica.
Dall'altra sponda vi è una
Federal Reserve che non aiuta di certo l'EUR/USD a cambiare direzione. Anche negli Stati Uniti la politica estremamente da falco della Fed aumenta fortemente il rischio di una recessione nel Paese. La differenza con l'Europa è che
gli USA sono meno coinvolti negli effetti collaterali della guerra di Putin.
Mosca potrebbe chiudere da un momento all'altro i rubinetti della fornitura di gas all'Europa, oltre al fatto che già in buona parte lo abbia attuato. Questo sarebbe un disastro per la Regione al momento, perché farebbe andare fuori controllo i prezzi del gas, esacerbando una crisi energetica che già di per sé è molto grave. Inoltre, con questo stato confusionale che si respira a livello mondiale e con una flessione globale latente, il dollaro USA viene considerato un bene rifugio e in questo frangente non fa altro che esercitare il suo dominio.
Euro: notizie negative dagli indicatori macro
A soffiare sul movimento ribassista del Fiber vi è stato oggi anche il rilascio dell'indice composito dei servizi e di quello dei gestori di acquisto di S&P Global, che ha fornito la lettura più bassa degli ultimi 16 mesi. Il primo infatti è sceso da 54,8 del mese di maggio a 52 del mese scorso, mentre il secondo è passato da 56,1 a 53 nello stesso periodo.
Chris Williamson, capo economista di S&P ha affermato che il settore manifatturiero è in declino per la prima volta in due anni e quello dei servizi ha perso slancio a causa dell'inflazione. Inoltre, anche la spesa e gli investimenti delle imprese stanno diminuendo a causa dell'inasprimento delle condizioni finanziarie, ha aggiunto l'esperto.
L'Agenzia ha osservato come i prezzi rimangano elevati, nonostante vi sia stato un marcato raffreddamento della crescita dei prezzi industriali, il miglioramento della catena di approvvigionamento e una diminuzione della domanda. Tutti segnali che indicano che l'inflazione potrebbe iniziare ad allentarsi.
Ciò sicuramente potrebbe ridurre la pressione riguardo i piani di aumento dei tassi della BCE, poco convinta fino a qualche settimana fa di inasprire la sua politica monetaria. Le attese comunque sono di un aumento del costo del denaro di 25 punti base a luglio e di 50 a settembre.