Avevo già commentato qualche giorno dopo la vittoria di Joe Biden alle elezioni americane come le prospettive per il dollaro si fossero fatte abbastanza fosche. Se Trump aveva messo al centro America First (assieme al biglietto verde) per il Presidente eletto potrebbe non essere la stessa cosa anche alla luce di certe derive di bilancio periocolose prese dagli Stati Uniti.
La tendenza degli ultimi giorni ha confermato questa tendenza con le quotazioni di EUR/USD già arrivate fino a 1,22. L’obiettivo tecnico a mio modo di vedere è quello di area 1,25 e tra un po' vedremo perché, ma nel breve periodo qualche presa di beneficio da parte di coloro che in pochi giorni hanno visto un rally da oltre 300 pips è possibile.
Una delle cause di questo stop nel rialzo potrebbe essere la BCE. Christine Lagarde ieri ha accontentato i mercati con l'ampliamento temporale delle misure PEPP, ma i mercati si aspettavano qualcosa in più e soprattutto non sono giunte grandi notizie circa lo stato del cambio.
La Presidente della Banca Centrale Europea si è limitata a dire: "Stiamo monitorando il tasso di cambio con l'euro in modo molto attento. Non abbiamo un target sul tasso di cambio, ma un apprezzamento dell'euro pesa sulle prospettive di inflazione".
Dall’altra parte dell’Atlantico Joe Biden conta ormai i giorni che lo separano dall’insediamento alla Casa Bianca. In assenza di dichiarazioni ufficiali sue o di Miss Yellen circa la forza del dollaro mi aspetto un persistere nella debolezza del biglietto verde. Uno scenario che per i deficit gemelli statunitensi rappresenta un balsamo per rilanciare l’export e ridurre il deficit commerciale.
A questo aggiungo anche una possibilità concreta che l’inflazione in crescita negli Stati Uniti peggiori i tassi reali americani aumentando l’appeal di Yen e Euro. Abbiamo quindi di fronte giornate piuttosto volatili come del resto lo sono spesso quelle pre natalizie. Ma andiamo all’analisi tecnica.
EUR/USD: l'analisi tecnica e le strategie operative
Come dicevo, sull'EUR/USD è possibile un pull back fino a zona 1,19/1,20, ma quello potrebbe essere il punto di supporto ideale per vendere nuovamente dollari. Come vediamo dal grafico l’obiettivo di 1,25 appare quasi inevitabile.
Qui troviamo il massimo del 2018, ma anche il ritracciamento del 38,2% del ritracciamento di Fibonacci disegnato sul calo cominciato nel 2008 a 1,60. Ricordo che il breakout di 1,16 aveva già aperto una crepa nella struttura tecnica ribassista del cambio essendo quello il livello sul quale transitava la trendline discendente di lungo periodo.
Per quello che riguarda 1,25 invece possiamo catalogarlo come l’ultimo baluardo prima di una debolezza nel biglietto verde, che a quel punto si farebbe più estrema con 1,40 che non sarebbe più un’utopia. Ma stiamo andando troppo avanti con la fantasia e per il momento accontentiamoci di accompagnare il trend.
La media mobile a 20 giorni rappresenta un buon punto di riferimento sul quale attivare la strategia long con stop sotto 1,1850.