Nel mese di agosto le quotazioni del cambio EUR/USD sono riuscite a mettere a segno una performance dell’1,36%. Settembre è iniziato all’insegna della positività, con i prezzi che sono ormai
ad un passo da toccare la soglia psicologica a 1,20, livello che non si vedeva da inizio maggio 2018.
EUR/USD: i motivi del rialzo
A spingere al rialzo il cambio EUR/USD è principalmente la debolezza del dollaro USA, penalizzato dalle politiche ultra espansive della Federal Reserve. Da ultimo ricordiamo come al
simposio di Jackson Hole il Presidente della FED, Jerome Powell, abbia annunciato un cambio storico nella politica monetaria della Banca centrale.
Nello specifico è stato
annunciato un target medio del 2% per l’inflazione, il che significa che l’istituto è disposto a tollerare periodi in cui tale aggregato passi al di sopra del target. Oltre a questo è stato modificato l’obiettivo di occupazione, che sarà legato ad un insieme di indicatori particolarmente variegato.
Tutte queste mosse hanno preparato il terreno per un periodo particolarmente lungo di tassi a zero, indebolendo ulteriormente il biglietto verde. In tal senso, non sono servite a nulla le dichiarazioni del Vicepresidente della FED, Richard Clarida, il quale ha dichiarato che l’introduzione di un sistema di controllo dell’andamento dei tassi non sarebbe all’ordine del giorno.
Si attende ora un cambio di strategia anche da parte della BCE, che se restasse a guardare potrebbe ritrovarsi con un euro troppo forte rispetto al dollaro, fatto che
penalizzerebbe ulteriormente l’economia del Vecchio Continente.
EUR/USD: analisi tecnica e strategie operative
Da un punto di vista grafico, la rottura da parte delle quotazioni di EUR/USD della resistenza a 1,19086 ha
aperto la strada al raggiungimento di 1,208, prossimo ostacolo di rilievo oltre alla validità psicologica di 1,20. Quest’ultimo livello è corroborato anche dalla linea di tendenza ottenuta collegando i top del 30 luglio a quelli del 17 agosto 2020 e dalla divergenza di inversione bearish sull’RSI settato a 14 periodi.
Tuttavia i
prezzi sono inseriti in un solido percorso ascendente e per il momento non sembra conveniente ricercare strategie di natura short prima di un ritorno al di sotto di 1,19 prima e 1,17 poi. Se ciò dovesse accadere verrebbe fornito un segnale positivo per i venditori, che riuscirebbero a violare i supporti orizzontali espressi dai massimi dell’1 agosto 2017 e dai minimi del 2 agosto 2020.
Il breakout di 1,17 corrisponderebbe anche alla discesa al di sotto della trendline che unisce i top del 26 marzo e 4 giugno 2020.
Nel breve periodo invece si potrebbero valutare strategie di natura short da 1,1967, mirando ad un parziale riassorbimento dell’ultimo eccesso di acquisti registrato. Lo stop loss sarebbe individuabile a 1,1990, mentre l’obiettivo a 1,1920.