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Dollaro neozelandese indebolito dalle decisioni di una Banca centrale che a più riprese ha ribadito di non volere una valuta forte;
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La citazione dei tassi negativi nel comunicato ha fatto scattare parecchie vendite sul Kiwi ,che a questo punto si candida ad un periodo di maggiore debolezza;
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EUR/NZD appare in prociento di formalizzare un doppio minimo. Superare 1,78 aprirebbe le porte ad un bel rally bullish
Mi verrebbe da dire un trade facile facile, ma nulla è semplice quando si fa trading. Di certo le probabilità di azzeccare la direzione giusta con un long su EUR/NZD (o lo short su NZD/USD) erano abbastanza alte. I mercati, sull’onda dell’appetito per il rischio comprano tutto, comprese valute emergenti e commodity currencies.
Dollaro neozelandese: i motivi della debolezza
Appena il vento gira però ecco che gli investitori vanno a prendere profitto soprattutto su quelle posizioni dove la banche centrali si sono espresse ripetutamente contro il rafforzamento della valuta domestica. Una di queste è il Dollaro neozelandese: già da qualche mese la Banca centrale della Nuova Zelanda ha portato i tassi allo 0,25% e ha ribadito che non lascerà rafforzare la divisa per non vanificare gli sforzi di rialzare aspettative di inflazione e crescita.
Un concetto uscito rafforzato nel meeting di mercoledì quando l’orientamento è apparso ancora dovish. La novità è stata l’inserimento del programma FLP (Funding for Lending Program) per abbassare il costo dei finanziamenti al sistema bancario e quindi il credito concesso ad aziende e consumatori.
L’accenno alle due parole tassi negativi ed a una loro presa in considerazione da parte del board, ha immediatamente fatto capire al mercato che in estrema ratio la RBNZ potrebbe agire su questa leva per impedire al Kiwi di rafforzarsi. Sui terminali finanziari già viene prezzato questo scenario per il mese di aprile 2021 e naturalmente questo ha amplificato vendite amplificate da un risk off in quel momento presente sul mercato.
EUR/NZD: analisi tecnica e strategie operative
Nel prossimo appuntamento dell'11 novembre la Banca centrale neozelandese farà capire qualcosa di più, ma graficamente non ho molti dubbi su cosa fare con EUR/NZD. Come per il cugino EUR/AUD la zona di 1,60 rappresenta uno spartiacque chiave per il futuro dell’Aussie, possiamo affermare la stessa cosa con il Kiwi e area 1,75 dell'EUR/NZD. Questo valore del cross coincide con la media mobile a 200 giorni ma soprattutto con la trendline che sale da gennaio.
Il secondo minimo realizzato nel mese di settembre su questo livello (un low crescente rispetto a quelli che lo hanno preceduto in questo 2020), pone seri interrogativi sulla tenuta della divisa oceanica. Se NZD/USD a 0,68 sembra tentare la formalizzazione di un doppio massimo, EUR/NZD sta facendo lo stesso con un modello di doppio minimo. Il superamento confermato di 1,783 aprirebbe le porte a 1,82 come target minimo, ma credo che a quel punto il superamento dei massimi di agosto sarebbe una formalità per le settimane a venire.