Le quotazioni dell’ EUR/USD mostrano incertezza dopo la pubblicazione dei verbali dell’ultima riunione della Federal Reserve. Dalle minutes è emerso come gli esponenti dell’istituto centrale statunitense ritengano opportuno rallentare il ritmo di rialzo dei tassi “ad un certo punto”.
Tuttavia, dal documento si legge come l’indice dei prezzi al consumo elevato potrebbe radicarsi se l’opinione pubblica dovesse mettere in dubbio la determinazione dell’istituto per adeguare sufficientemente l’orientamento della politica monetaria: “se questo rischio si concretizzasse, si complicherebbe il compito di riportare l’inflazione al 2%, con notevoli costi economici”. L’attuale range dei Fed Funds al 2,25%-2,50%, è ritenuto vicino al livello neutrale dal board della Banca centrale.
Fed verso un aumento dei tassi dello 0,50% a settembre?
Al momento della scrittura, secondo il CME FedWatch Tool, nella riunione del 21 settembre vi è il 59,5% di possibilità che la Fed alzi il costo del denaro di 50 punti base. A sostenere un incremento più consistente vi sono i dati oltre le attese sul mercato del lavoro USA pubblicati lo scorso 5 agosto, con i Non-Farm Payrolls che si sono attestati a 528mila unità (più del doppio delle stime).
Tuttavia, le rilevazioni sull’indice dei prezzi al consumo pubblicati il 10 agosto (8,5% a/a, in calo rispetto al precedente 9,1%) sostengono l’ipotesi di un approccio meno restrittivo. Lato BCE sono da segnalare le parole del Presidente dell’istituto centrale lettone, Martins Kazaks, secondo cui l’inflazione è “inaccettabilmente alta”. Per il Governatore, la Banca Centrale Europea dovrebbe continuare ad alzare i tassi per contrastare l’incremento dei prezzi.
EUR/USD: analisi tecnica e strategia operative
Da un punto di vista grafico, le quotazioni di EUR/USD continuano a mostrare debolezza (fonte grafico: Bloomberg). I corsi sono tornati infatti a scambiare a ridosso del supporto posto in zona 1,013, espresso dai minimi del 22 luglio 2022. Se questo intorno dovesse essere violato, si potrebbe assistere ad un ritorno dei prezzi verso i minimi di novembre 2002, a 0,995.
Per i compratori invece, verrebbe interpretata positivamente una rottura dell’area resistenziale compresa tra i 1,028 e 1,035: qui transitano rispettivamente la linea di tendenza ottenuta collegando i massimi del 10 febbraio e 31 marzo 2022 e il livello statico espresso dai minimi del 12 maggio 2022. Se ciò dovesse avvenire, i prezzi avrebbero la possibilità di raggiungere i successivi ostacoli in zona 1,05. Operativamente, si potrebbero valutare strategie di matrice long di breve periodo da 1,02. Lo stop loss sarebbe identificabile a 1,008, mentre l’obiettivo a 1,035.