L'Euro mostra sempre di più i muscoli soprattutto nei confronti del dollaro americano in seguito agli ultimi dati del CPI (Consumer Price Index) rilasciati nella giornata di ieri. Ciò che muove l'Euro sono le aspettative sul rialzo dei tassi di interesse da parte della BCE che, rispetto alla FED, è ancora lontana dal target finale stimato.
CPI USA e Tassi di Interesse Eurozona
Ieri alle 14:30 è stato rilasciato il dato relativo al CPI Headline: il dato si è attestato al +5% su base annuale, contro il +6% del mese scorso ed al di sotto delle attese, fissate al 5,2%. Questo è stato sostanzialmente il market mover della giornata di ieri (come anticipato qualche giorno fa) e probabilmente continuerà ad esserlo nel corso della settimana.
Un'inflazione in netto calo significa essenzialmente che la Banca Centrale USA (FED) sta facendo un ottimo lavoro con la politica restrittiva attuata fino ad ora e probabilmente è vicinissima al target massimo di rialzo dei tassi di interesse (attualmente al 5%). Con i tassi di interesse che da qui in avanti potrebbero non essere più ritoccati al rialzo, a giovarne sono ovviamente tutte le restanti valute che invece hanno ancora parecchia strada da fare per quanto riguarda la lotta all'inflazione, tra tutte l'Euro.
In Eurozona l'inflazione è ancora al 6,9% contro il 3,5% dei tassi di interesse decisi dalla BCE nella riunione di marzo. Quindi è facilmente intuibile come l'Europa sia ancora ben lontana dal target finale di rialzo dei tassi, in netta contrapposizione appunto con la situazione degli Stati Uniti.
Analisi Macroeconomica Regno Unito
Oltre a ciò che abbiamo detto prima, dobbiamo prendere in considerazione anche la situazione del Regno Unito che ha l'inflazione ancora a livelli altissimi (oltre il 10%), tassi di interesse al 4,25% ed una crescita del PIL che ormai è diventata neutrale mese su mese (ultimo dato di oggi al +0,0%).
Per questi motivi, il compito della Bank of England è più arduo che mai: da un lato l'inflazione è ancora altissima, dall'altro la crescita economica si è già fermata; per cui continuare ad aumentare i tassi potrebbe essere una soluzione che porterebbe ad una recessione molto profonda nel Regno Unito. Per cui una pausa è probabilmente la scelta più saggia con i dati macro economici a disposizione.
Con una pausa, a giovarne sarà ovviamente l'altra moneta dell'Eurozona che invece non è ancora ai livelli di decrescita economici mostrati dalla Gran Bretagna: l'Euro.
Analisi Tecnica EUR/GBP
Prendiamo quindi in considerazione la coppia valutaria EUR/GBP per andare a cercare un trade in ottica Long. Partiamo dall'area di forte accumulazione su base giornaliera tra 0,8770 e 0,8720 che rappresenta appunto l'ultimo supporto settimanale dal quale il prezzo pare aver ritrovato forza rialzista.
Per poterci posizionare al meglio, abbiamo preferito analizzare il timeframe 4H nel quale è riscontrabile un'area di forte interesse tra 0,8790 e 0,8780: ex resistenza diventata poi supporto proprio negli ultimi giorni, dopo il breakout del 12 aprile.
Livelli operativi EUR/GBP
Entrata LONG conservativa al retest proprio della zona sopra citata (0,8790 - 0,8780);
- Stop Loss: 0,8780;
- Target 1: 0,8825;
- Target 2: 0,8860;
Entrata aggressiva: già dai livelli attuali di prezzo.