I recenti rialzi di Bitcoin lo hanno portato oltre 60.000 dollari, hanno riacceso i riflettori sulle cripto. Nonostante crescano le preoccupazioni collegate al Bitcoin, in particolare relativamente al problema dell’impatto ambientale che il mining avrebbe visto il notevole utilizzo di energia elettrica, il mondo della finanza sembra aver trovato un solido alleato alla lotta all’inflazione. Prima di capire se queste preoccupazioni siano fondate o meno, cerchiamo di comprendere quali sono i motivi per cui il Bitcoin sale.
Bitcoin: ecco perché sale
Il Bitcoin nacque per combattere le politiche inflattive delle Banche centrali, che al fine di stimolare i consumi e di conseguenza l’economia hanno come obiettivo un indice dei prezzi al consumo intorno al 2%. Senza entrare in tecnicismi, questo significa che il valore del denaro in circolazione perde il 2% di valore anno dopo anno.
Questo meccanismo serve proprio a spronare i consumi: se so che il mio denaro domani varrà meno rispetto ad oggi, sarò portato a spenderlo il prima possibile. Questo sprona i consumi, dando un'accelerazione all’economia. La prima criptovaluta per capitalizzazione nasce per combattere questo meccanismo inflattivo basandosi sul concetto di scarsità.
Bitcoin arriverà a 100.000 dollari? Se sì, quando?
Per cercare di prevedere i futuri movimenti del bitcoin, dobbiamo proprio partire da uno dei meccanismi che ne garantisce la scarsità. Ogni quattro anni circa infatti, avviene quello che tecnicamente è chiamato Halving: la remunerazione dei miners (questi “notai” che, grazie ai loro potenti computer, scrivono righe di codice all’interno della blockchain) si dimezza, rendendo cosi il bitcoin sempre più scarso. Allo stesso tempo, esattamente come è successo nella storia per l’oro fisico, un gran numero di bitcoin, negli anni è andato perso, cosa che non fa che aumentarne la scarsità.
Il Bitcoin è diventato quindi uno dei pochi beni scarsi al mondo. Quello che doveva essere un nemico della finanza è diventato il miglior alleato dei grandi investitori, che vi parcheggiano grandi quantità di liquidità, la stessa che le Banche centrali stampano. È proprio grazie a dei modelli basati sull’Halving che possiamo fare delle previsioni sul prezzo di Bitcoin, che già entro il 2021 potrebbe raggiungere l’incredibile cifra di 100.000 dollari.
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