Sicuramente avrai sentito parlare delle Central Bank Digital Currency (CBDC), ma cosa sono? La CBDC è una valuta digitale emessa da una banca centrale avente corso legale. Al pari della valuta corrente, l’istituto centrale ne controlla l’emissione per regolarne le fluttuazioni e mantenere la stabilità economica. Vediamo tutto quello che c’è da sapere.
CBDC: cosa sono e come funzionano
Le nuove tecnologie stanno letteralmente rivoluzionando ogni aspetto della nostra vita. Questa evoluzione ha riguardato anche il sistema bancario e finanziario, che attraverso il cloud, la blockchain e l’intelligenza artificiale sta cambiando le abitudini di pagamento dei consumatori.
L’avvento delle criptovalute e delle stablecoin, fino a fenomeni come quello di Libra, ora Diem, il progetto di valuta virtuale ancorata al dollaro USA del colosso Facebook, e il nuovo progetto di Amazon in Messico, stanno dando forme mai viste finora al denaro.
Di fronte a questa rivoluzione le Banche centrali non sono certo rimaste a guardare, cominciando a chiedersi quale deve essere il loro ruolo in questo periodo di grande cambiamento. Fed, BCE e PBOC stanno valutando l’emissione di valute digitali da utilizzarsi come forma di pagamento universale, come è oggi il contante.
La Central Bank Digital Currency (CBDC) è la risposta, un concetto relativamente nuovo, che diversi istituti centrali stanno studiando e sperimentando, per comprendere come le nuove tecnologie possano supportare la creazione di una nuova forma di moneta che rechi vantaggi agli utilizzatori.
Ma quindi cosa è di preciso la CBDC? La Central Bank Digital Currency è una valuta digitale emessa da una Banca centrale avente corso legale. Al pari della valuta corrente, l’istituto centrale ne controlla l’emissione per regolarne le fluttuazioni e mantenere la stabilità economica.
Le ragioni per una sua introduzione vanno dall’inclusione dei cittadini oggi ai margini dei circuiti privati di pagamento, alla riaffermazione del ruolo delle Banche centrali e dei governi sulle politiche monetarie e fiscali al sostegno della liquidità per le imprese e i cittadini, fino alla semplificazione delle transazioni transfrontaliere a supporto delle attività di import/export.
Ma forse il punto focale dietro l’interesse degli istituti centrali è il contrasto a una finanza completamente decentralizzata rappresentata dalle criptovalute e dalle stablecoin, il cui funzionamento, garanzie e sicurezze sono controllate dalla Blockchain, dunque senza l’intervento di un istituto di vigilanza.
Per quanto riguarda il Vecchio Continente, l’introduzione di una CBDC potrebbe rappresentare un importante passo verso l’autonomia strategica, dal momento che la maggior parte dei circuiti di pagamento è gestito da società internazionali private extra-UE.
La Banca centrale europea ha però una difficoltà in più rispetto agli altri istituti centrali, ovvero dover negoziare le decisioni strategiche con ogni Paese membro, con i suoi governi, le sue Banche nazionali e commerciali.
CBDC: i diversi di tipi di criptovalute
Di Central Bank Digital Currency (CBDC) ve ne possono essere diversi tipi:
- Al dettaglio, dove è una versione digitale della valuta corrente, la quale può sostituire le banconote;
- All’ingrosso, dove l’uso è limitato alle banche commerciali ed al mercato interbancario.
Inoltre, possono essere:
- Token Based, dove verrebbero scambiate in maniera simile alle banconote, ricalcando da vicino il funzionamento attuale della moneta;
- Account Based, dove i trasferimenti avverrebbero attraverso conti che il soggetto emanante ha aperto per tutti coloro che utilizzano la moneta.
Chiaramente, l’adozione di un tipo o dell’altro avrà un peso diverso nella vita quotidiana dei cittadini UE. Riguardo ciò la BCE, nel documento “Report on a Digital Euro” dell’ottobre 2020 fa chiaro riferimento al primo tipo di CBDC - ovvero al dettaglio - in quanto l’euro digitale viene inteso quale “catalizzatore per i pagamenti digitali”. Tuttavia, non è stato ancora escluso un uso interbancario.
CBDC: quale futuro per banche, imprese e cittadini?
Quali potrebbero essere gli impatti delle CDBC sugli istituti di credito, aziende e cittadini? Inoltre, la valuta digitale sarà associata a una persona (fisica o azienda) o sarà un token univoco ma anonimo come oggi? Cosa accadrebbe se ci fosse un blackout elettrico o la rete non fosse disponibile? Sarebbero consentiti i pagamenti tradizionali, come con il contante?
Le criticità sono molte, ogni scelta – evidentemente - porta con sé vantaggi e svantaggi e implicazioni importanti sulla vita quotidiana di tutti. Ad oggi, tra le Banche centrali che hanno attivato dei progetti pilota, sono state fatte scelte diverse.
In Europa, quello più plausibile sarà uno scenario ibrido, dove la BCE gestirà direttamente solo alcune categorie di soggetti mentre gli istituti di credito gestiranno gli altri utenti a livelli gerarchici tra loro, riconciliando le differenze tra entrate ed uscite tra le diverse banche, notificandole alla Banca centrale. Lo stesso modello verrà verosimilmente adottato per le transazioni transfrontaliere.
Vi è poi un aspetto importante che non sempre viene sufficientemente preso in considerazione e che diventerà sempre più importante, l’impatto ambientale della digitalizzazione del denaro rispetto al contante.
Ogni transazione richiede infatti un impiego di energia e tecnologie come la blockchain che sono particolarmente energivore. Una risposta può venire dalle soluzioni di second chain, dove alcune transazioni vengono svolte fuori dal circuito principale (off the chain) per essere riconciliate successivamente.
Criticità a parte, la BCE, almeno per ora, sembra non essere intenzionata a sostituire il contante, l’obiettivo sembra piuttosto quello di creare un sistema nuovo, sicuro e inclusivo che possa abilitare servizi digitali per tutti, che semplifichi il rapporto con la Pubblica amministrazione e dia un impulso allo sviluppo digitale dell’Eurozona.
Quali saranno quindi gli impatti sulla nostra vita, sui pagamenti e sulle nostre abitudini? Al momento alcuni possiamo solo immaginarli, ma nel giro di pochi anni, probabilmente entro il 2026 come emerso da alcune recenti dichiarazioni della BCE, potremmo scoprirlo.