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Bitcoin: storia e origini del Re delle valute digitali

24 giu 2020 - 14:30

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Non conosciamo l’identità del gruppo di persone dietro Bitcoin, ma conosciamo la provenienza delle ideologie alla base dello stesso. Scopriamole insieme

La storia e le origini di Bitcoin sono senza dubbio uno dei temi più interessanti per capire fino in fondo l’ideologia alla base del progetto di Satoshi Nakamoto. Prima della sua pubblicazione nel 2009 e dei milestone raggiunti negli anni successivi, il concetto di moneta digitale e di cripto anarchismo era già ben radicato nell’era della rivoluzione dotcom.

Durante gli anni ‘80/’90, una corrente letteraria filosofica chiamata cyberpunk si stava delineando nel nuovo mondo di Internet. Questa corrente era fortemente incentrata in tematiche quali IT (Information Technology), cibernetica  e crittografia, accompagnate da un buon grado di anarchismo e di cambiamento nell’ordine sociale.

Il concetto di criptovaluta però era ancora lontano dalla vera e propria realizzazione, non tanto dal punto di vista teorico, ma quanto da quello pratico. In questi anni furono pubblicati numeri articoli e testi che avevano come idea principale la creazione di una moneta online e digitale capace di sottrarre il monopolio dalla centralizzazione di banche e stati, in favore della privacy dei soggetti privati.

Un primo esordio del concetto di criptovaluta si ha con David Chaum e il suo testo “Blind Signatures for Untraceable Paymentes”: in questo testo vennero presentati concetti come firme digitali e pseudonimi per togliere alle autorità il controllo nel settore dei pagamenti. Lo scritto catturò l’attenzione del movimento Cyberpunk che nel ’93 lo inserì nel manifesto dei Cripto Anarchici.

I concetti espressi diedero vita al primo tentativo chiamato eCash, progetto appartenente ad un’azienda chiamata DigiCash sempre dell’omonimo Chaum. Attraverso le Blind Signatures e alla risoluzione del problema della doppia spesa questo progetto era visto come un astro nascente.

Il problema più grande fu la centralizzazione e quindi la necessità di avere le banche come garante finale dell’avvenuta transazione. Nel 1999 DigiCash fallì, lasciando degli ottimi indizi come l’utilizzo della crittografia per la privacy, ma ponendo al centro il problema fondamentale: la decentralizzazione da istituzioni finanziarie per utilizzare la moneta in totale libertà.

Negli stessi anni un altro appassionato di crittografia, Adam Back, stava perfezionando il suo progetto chiamato Hashcash: la sua idea principale era quella di creare un bene digitale informatico non replicabile, assicurandosi che le sue monete fossero limitate.

Da questa intuizione nasce la PoW (Proof-of-Work), tutt’ora algoritmo di consenso di Bitcoin, che richiedeva la risoluzione di complicatissimi problemi matematici attraverso la potenza computazionale dei computer, assicurando che l’emissione di moneta richiedesse tempo e costo energetico.

Il sistema di Back aveva però un problema molto importante: ogni unità di hashcash poteva essere utilizzata per una sola transazione, portando quest’altro tentativo al fallimento. Le intuizioni di Back portarono un altro cyberpunk, Wei Dai, a creare una sua versione chiamata B-money.

In questo nuovo esperimento furono introdotti altri concetti chiave per le realizzazioni successive come l’utilizzo di un registro distribuito tra tutti i partecipanti (blockchain) e la correlazione tra chiavi pubbliche e denaro delle stesse, senza avere una identità personale. Anche questo tentativo non andò a buon fine in quanto i b-money creati da Wei Dai erano spendibili due volte, ritornando così al problema del double spending.

eCash, Hashcash e B-money non sono mai entrati davvero nel mercato, ma hanno involontariamente aggiunto le tessere per la realizzazione del protocollo Bitcoin, una decina di anni più tardi. A questi tentativi si aggiungono anche altri due progetti: RPOW di Hal Finney e l’importantissimo BitGold di Nick Szabo, il più vicino predecessore di Bitcoin.

BitGold era un network peer-to-peer, decentralizzato, sfruttava la PoW e aveva tutte le carte in regola per rivoluzionare il sistema dei pagamenti. Il problema principale fu che anche Szabo, nel suo tentativo, non riuscì a svincolarsi dall’autorità centrale per risolvere il problema della doppia spesa. Anche BitGold fallì, lasciando successivamente degli anni di vuoto e silenzio che portarono alla nascita della prima criptovaluta il 31 ottobre 2008 attraverso il famoso White Paper di Bitcoin.

La storia della moneta digitale numero uno al mondo è costellata di eventi molto importanti che passo dopo passo hanno raggiunto la forma finale nel documento presentato da Satoshi Nakamoto. Non conosciamo l’identità della persona o del gruppo di persone dietro questo pseudonimo, ma sappiamo con certezza la provenienza delle ideologie e degli esperimenti finanziari che verso la fine del XX secolo hanno rivoluzionato il concetto stesso di moneta.

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