Bitcoin (qui quotazioni in real time) riparte con un rialzo di oltre l'8% nel primo giorno di marzo, dopo aver toccato il valore più basso delle ultime 3 settimane a quota 43.000 dollari. Attualmente la criptovaluta scambia a ridosso dei 50mila dollari, lasciandosi alle spalle un mese comunque di grandi rialzi. Infatti, nonostante il calo del 24% negli ultimi 7 giorni, a febbraio Bitcoin ha messo a segno un rally del 31%, portando a +50% la performance da inizio 2021.
Il grande entusiasmo generale che voleva la moneta digitale raggiungere la vetta di 100.000 dollari entro fine anno sembra essersi lievemente affievolito. Segno eloquente che nel mercato delle criptomonete vi è un saliscendi costante e perenne di umori contrastanti. Uno dei driver di questo nuovo sprint probabilmente è la dichiarazione di guerra all'estrazione di Bitcoin da parte della Mongolia Interna cinese. La Regione autonoma del Dragone ha dichiarato che chiuderà tutti i progetti di mining entro aprile per ragioni che hanno a che fare con l'elevato consumo energetico e la conseguente emissione di sostanze inquinanti.
JP Morgan: ecco quanto investire su Bitcoin
L'attuale rialzo della madre di tutte le criptovalute riporta a galla l'annoso dibattito su quanto spazio di crescita vi sia ancora e su quanto eventualmente è la quota da inserire nel proprio portafoglio d'investimento. A questo proposito si è pronunciata la banca d'affari americana JP Morgan. Secondo i suoi analisti Bitcoin potrebbe funzionare come copertura contro le oscillazioni di altri strumenti tradizionali su cui si è depositato il proprio denaro, come ad esempio azioni, obbligazioni e materie prime.
Occorrerebbe però aggiungere che, vista l'alta volatilità che contraddistingue la moneta virtuale, per JP Morgan è importante non investire una quota maggiore dell'1% del totale. Bisogna ricordare che all'inizio di quest'anno la società d'investimento vedeva Bitcoin a 146.000 dollari nel lungo termine, in quanto si tratta di un asset che potrà benissimo competere con l'oro quanto a bene rifugio.
Questo sebbene nel medio periodo gli scambi sono molto influenzati dall'eccessiva velocità attraverso la quale si muovono i prezzi. In sostanza, bisognerebbe attendere gradualmente il passaggio da strumento appannaggio degli speculatori a bene da tenere nel portafoglio come copertura.
Citi: Bitcoin potrà prendere il posto del Dollaro USA
Una chiave di lettura interessante viene offerta dagli analisti di Citi che vedono Bitcoin nel tempo scavarsi la strada per essere la valuta di riferimento nel commercio internazionale, esattamente come lo è il Dollaro USA in questo momento. È chiaro che il percorso sarà parecchio accidentato in quanto necessita di un maggior coinvolgimento istituzionale e di una stretta regolamentazione. Però in tale direzione qualcosa comincia a muoversi.
Diversi grandi istituzioni hanno fatto i primi passi, tipo Tesla che ha investito 1,5 miliardi di dollari in Bitcoin, Paypal che ha inserito la criptovaluta tra le forme di regolazione degli scambi sulle piattaforme di e-commerce e Mastercard che l'ha inclusa nel circuito dei trasferimenti con la carta di credito.
Inoltre alcuni Paesi come la Nigeria stanno sempre di più considerando Bitcoin come strumento di pagamento negli scambi commerciali delle sue attività economiche. Tuttavia gli esperti di Citi affermano che nel breve periodo è da escludersi che ci possano essere grandi passi avanti, almeno fino a quando non si abbassano la volatilità e gli ancora alti costi di transazione.