Scommettere contro le azioni Tesla in questo momento sembra un'ipotesi inverosimile. L'entusiasmo che si sta diffondendo intorno alla casa automobilistica di Palo Alto è ai massimi livelli dopo una serie di eventi che hanno caratterizzato il rally azionario. Nel solo mese di ottobre nella Borsa di New York il titolo ha guadagnato il 44% grazie a risultati trimestrali eccellenti e alla notizia che la società di autonoleggio Hertz effettuerà un ordine di 100.000 veicoli.
È stato sorprendente vedere soprattutto come l'azienda abbia mostrato una straordinaria resilienza al cospetto di una crisi dei semiconduttori che sta sfiancando tutto il settore automobilistico e non solo. I tori di Wall Street tuttavia sono rappresentati essenzialmente dai piccoli investitori, perché i grandi fondi d'investimento attualmente sono frenati dalle valutazioni eccessive delle azioni rispetto agli utili attesi.
Tesla infatti presenta dei multipli di 150, quando l'indice S&P 500 è scambiato a 22 volte i guadagni previsti. Persino Cathie Wood, che è sempre stata una grande sostenitrice della compagnia guidata da Elon Musk, mostra cautela e recentemente con il suo fondo ARK Innovation ha scaricato 127.615 azioni Tesla intascando circa 130 milioni di dollari.
Tesla: perché le azioni potrebbero valere 150 dollari
Gli analisti nel complesso hanno una visione positiva sul futuro della società, sebbene i livelli raggiunti dalle quotazioni in Borsa facciano venire le vertigini a più di qualcuno. In particolare vi è un personaggio convinto che la capitalizzazione di Tesla di 1,240 miliardi sia superiore di almeno 1.000 miliardi rispetto a quella che dovrebbe essere. Stiamo parlando di David Trainer, Amministratore Delegato della società di investimenti New Constructs. Trainer sostiene che il titolo Tesla potrebbe precipitare dell'88% nel tempo, fino a 150 dollari per azione.
Il motivo è che, per giustificare l'attuale valore in Borsa, l'azienda dovrebbe avere una quota del 118% dell'intero mercato dei veicoli elettrici, vendendo 31 milioni di auto nel 2030, ovvero più dell'industria globale, nonché diventare nel decennio più redditizia di Apple. Infatti, supponendo per assurdo che Tesla riesca a immatricolare quella quantità di auto in 10 anni, si troverebbe un profitto di 130 miliardi di dollari, scavalcando in scioltezza i 100 miliardi di utile che produce Apple.
Sarebbe più realistico invece per Trainer che il pioniere delle auto elettriche riesca a immettere nel mercato 8 milioni di auto, come stimato da Morgan Stanley, il che vorrebbe dire un guadagno di 30 miliardi annui, decisamente inferiore rispetto alle valutazioni attuali.
Tesla: gli analisti rimangono rialzisti
Queste argomentazioni, per quanto razionali, difficilmente riescono a scalfire il sentiment dei rialzisti sul titolo in questo momento. Anche tra gli analisti ve ne è un terzo che valuta la società più di 1.000 miliardi di dollari. Le considerazioni si basano sul fatto che il leader dei veicoli elettrici aumenterà il volume di produzione a una media del 50% annua in futuro, con guadagni crescenti perché la redditività delle auto pulite sarà maggiore di quella delle vetture tradizionali.
Inoltre l'azienda è ormai lanciata verso nuove frontiere come l'auto autonoma e magari in un tempo non troppo distante le auto volanti. In questo sarà molto importante il business di attività collaterali tipo il commercio dei software venduti e delle batterie che potrebbero fare la differenza, come lo stesso Trainer ha ammesso.