Le azioni delle società tecnologiche infatti sono cresciute in temini percentuali con numeri a tre cifre a Wall Street dai minimi di marzo del 2020. Poi è arrivato lo spauracchio dell'inflazione che ha fatto impennare i rendimenti dei titoli di Stato americani e fatto temere agli investitori che la Federal Reserve potesse anticipare il tapering e quindi il rialzo dei tassi d'interesse.
Tutto quanto si è riflesso negativamente sulle quotazioni dei titoli legati all'alta tecnologia per un certo periodo. Questo perché tassi più alti significa un costo di finanziamento maggiore per società che investono molto e che hanno ritorni dal capitale impiegato più distanziati nel tempo. Inoltre tali imprese sconterebbero flussi futuri a un tasso maggiore.
Big Tech: 4 ragioni per puntare sulle azioni
Da qualche settimana le grandi aziende che dominano il NASDAQ, ossia Google, Amazon, Apple, Facebook e Microsoft, sono tornate alla ribalta sui mercati azionari americani, forti di trimestrali a dir poco straordinarie che hanno risvegliato l'appetito da parte degli investitori. Quindi la domanda sorge immediata: è ancora il caso di puntare sulle big tech americane? Ci sono almeno 4 ragioni per farlo, eccole:
1) Le vendite non si arrestano
I risultati dell'ultimo trimestre sono eloquenti. Le entrate combinate delle Big Five sono cresciute del 41%, portando nell'ultimo anno a +27% il totale, che in termini quantitativi corrisponde a 250 miliardi di dollari. In particolare, Apple (+54%) e Google (+34%) hanno avuto la migliore crescita dal 2012; Amazon (+44%) il migliore trimestre dal 2011; mentre Facebook (+48%) e Microsoft (+19%) la progressione più rapida dal 2018. Numeri che potrebbero continuare anche nei trimestri successivi, stupendo ancora il mercato come sovente avviene.
2) Lo smart working sarà almeno in parte irreversibile
Con il Covid-19 che riesce a essere domato, le aziende tendono a tornare alla normalità. Ma il cambiamento che ha impresso la pandemia sarà in parte destinato a durare per sempre. Molte grandi aziende ormai hanno deciso di decentralizzare l'attività favorendo il lavoro da casa. Questo vuol dire che la domanda di PC, laptop, tablet e iPhone crescerà progressivamente.
Nel primo trimestre ad esempio la vendita complessiva di personal computer è salita del 32%, mentre le vendite di Mac sono aumentate del 70%. Anche gli accessori per computer e videogiochi hanno avuto un'autentica impennata. Uno dei più grandi produttori, Logitech, ha incrementato il fatturato del 117% nei primi tre mesi dell'anno.
3) La gente continuerà a comprare online
Nonostante in molti Paesi le misure restrittive siano state allentate, l'attività online ha continuato a prosperare, come dimostra la crescita del 41% di Amazon riguardo il comparto delle vendite al dettaglio nel periodo che va da gennaio a marzo 2021.
In particolare, in alcune Nazioni come Australia e Nuova Zelanda, dove il virus non ha attecchito, lo shopping online non ha dato il benché minimo segno di rallentamento. Nel contempo, il Marketplace di Facebook è riuscito a raggiungere una quota di oltre 1 miliardo di utenti.
4) Nuovo boom delle entrate pubblicitarie
Se qualcuno pensava che il calo dei viaggi e delle vendite al dettaglio per effetto della pandemia danneggiasse piattaforme come Facebook e Google sul fronte pubblicitario, ha dovuto ricredersi. Non solo non è successo questo, ma addirittura le entrate della pubblicità hanno superato le previsioni nel trimestre.
Il colosso di Mark Zuckerberg ha incassato oltre 2,5 miliardi di dollari rispetto a quanto stimato dagli analisti e il gigante guidato da Sundar Pichai ha oltrepassato il consensus di 3,7 miliardi di dollari. Amazon non è stato da meno in quanto la sua attività pubblicitaria ha registrato una crescita del 72% nell'ultimo trimestre.
E non è finita qui. Tutto fa supporre che con l'arrivo della stagione turistica e quindi con la ripresa dei viaggi, le aziende come le compagnie aeree, gli hotel, i ristoranti, le società di intrattenimento cercheranno di investire risorse in pubblicità per attirare un maggior numero possibile di clienti.
Big Tech: i rischi di comprare adesso le azioni
Ovviamente ci sono dei fattori di rischio di cui bisogna tenere contezza quando si valuta circa la possibilità di investire o meno nelle azioni delle aziende tecnologiche. In primo luogo la crescita non è detto che continui a certi livelli, soprattutto perché gran parte della spesa dei consumatori potrebbe essere già stata assorbita dal mercato.
Inoltre vi è la pressione costante da parte delle Autorità di Regolamentazione che negli ultimi anni non hanno fatto sconti alle Big Tech in tema di pratiche che mettono a repentaglio l'esercizio della libera concorrenza.
Infine non va sottovalutato il pericolo Covid, in ragione delle varianti, come quelle indiana e brasiliana, che potrebbero scatenare ulteriori disastrose ondate, mettendo in discussione tutta la campagna vaccinale e quindi il rimbalzo dell'economia globale.