Occhi puntati sulle azioni Didi Global oggi a Wall Street, dopo il provvedimento restrittivo che l'Autorità di Vigilanza cinese ha effettuato sulla società di share riding nei giorni scorsi. Nel pre-market il titolo è franato fino a perdere il 25% del suo valore, che si aggiunge a una chiusura in profondo rosso nella seduta di venerdì 2 aprile (-5,3%). In quell'occasione, la Cyberspace Administration aveva informato circa la revisione riguardo la sicurezza informatica di Didi, vietando all'azienda di far registrare nuovi utenti nella sua piattaforma.
Ora il mercato deve smaltire un secondo colpo sferrato dall'Authority ben più pesante del primo, ossia l'eliminazione di Didi dalle App Store delle Big Tech che operano in Cina. Gli investitori sono rimasti scossi e, alla riapertura dei mercati americani dopo il giorno di festa, sono pronti a vendere a mani basse le azioni della compagnia cinese.
Didi: quotazione rovinata da pressioni regolamentari
Il debutto di Didi nella Borsa di New York avvenuto alla fine di giugno. Tutto era cominciato sotto buoni auspici, con le quotazioni che erano subito salite a 18 dollari per azione durante il primo giorno di negoziazione, da un prezzo IPO di 14 dollari. Ben presto però la strada si è fatta in salita, in quanto il gigante tecnologico che ha vinto la concorrenza di UBER si trova a fare i conti con la rigorosa regolamentazione di Pechino.
Ancora non è molto chiaro come Didi abbia violato le regole per la sicurezza informatica. Fino al momento si conosce solo che i funzionari della vigilanza cinese erano preoccupati per la quantità di dati che venivano divulgati e che finivano in mani straniere, mettendo in pericolo la sicurezza nazionale.
Inoltre, non si è potuto stabilire per il momento se Didi abbia utilizzato server o apparecchiature di archiviazione dati di fabbricazione estera. Tuttavia, la società ha annunciato che si attiverà per correggere tutte le possibili mancanze che violino le leggi sull'utilizzo dei dati personali degli utenti, con lo scopo di proteggere la privacy e la sicurezza.
Fino ad allora però l'azienda rimarrà sotto l'occhio del ciclone e, come essa stessa ha affermato, subirà l'impatto sulle sue entrate nei prossimi mesi. Di conseguenza anche il titolo in Borsa presumibilmente sarà oggetto di dinamiche tumultuose, come del resto si è visto nelle contrattazioni prima dell'apertura di Wall Street di oggi.
Cina: rischio molto serio per settore tecnologico
In base ad alcune indiscrezioni di stampa, sembra che le Autorità di Regolamentazione abbiano suggerito alla tech di trasporti cinese di ritardare la quotazione in Borsa negli USA, proprio in considerazione di questa supervisione che era in atto. La società ha voluto andare avanti lo stesso e il sospetto è che la Cyberspace Administration si sia ulteriormente irrigidita.
Ad ogni modo, questo potrebbe essere un avvertimento inquietante per tutte le società cinesi che vogliono quotarsi all'estero. Secondo Ming Liao, ex banchiere di investimenti e socio fondatore della società di private equity Prospect Avenue Capital, molte startup hanno investito tanto sulla crescita trascurando l'aspetto della raccolta e della sicurezza dei dati. Alla luce di quanto sta accadendo a Didi e altre società tecnologiche, il problema risulterà essere molto serio e andrà affrontato con la massima celerità.
Per Brian Bandsma, la continua pressione degli organi di controllo sulle tech cinesi potrebbe indurre gli investitori a riconsiderare le valutazioni di queste ultime, perché i rischi normativi apportano una ventata di incertezza che il mercato inevitabilmente dovrà prezzare.