L'accanimento degli investitori contro i titoli tecnologici dall'inizio del 2022 ha conosciuto poche soste a Wall Street. Il cambiamento di atteggiamento in senso molto più aggressivo da parte della Federal Reserve nei confronti dell'inflazione è una cosa che non è stata ben digerita dal mercato, il quale ora teme una sfilza di misure che rendono poco appetibili le azioni legate alla crescita.
Mercoledì 26 gennaio gli occhi saranno tutti puntati su cosa dirà Jerome Powell nel consueto appuntamento mensile sulla politica monetaria della Banca Centrale americana. Probabilmente i cali selvaggi di questi giorni staranno già scontando un irrigidimento ulteriore rispetto a quanto finora il mercato si aspettava.
Quindi occorre stare lontani dalle azioni tech in questo momento? Forse in un'ottica di breve periodo sì, ma se l'orizzonte temporale si estende non è detto perché vi sono alcune buone possibilità. Bisogna tener presente che il sell-off ha colpito in maniera particolare quei titoli di società non ancora redditizie e che avevano raggiunto una valutazione di oltre 10 volte le vendite e sui quali probabilmente si è determinata una bolla.
È naturale quindi che, nel momento in cui il mercato ha trovato un equilibrio rispetto ai fondamentali, le perdite siano state anche molto consistenti. Azioni come Snap, Roku, Zoom, Zillow e Teladoc ad esempio sono crollate tra il 50% e il 75% dai massimi del 2021, dopo essere state grandi protagoniste durante il periodo pandemico.
Big Tech: vanno comprate le azioni?
Analizzando la situazione delle società a grande capitalizzazione, i prezzi ancora non sono particolarmente allettanti nel complesso, ma occorre fare alcune precisazioni. Google ha oggi un price/earnings di 23 ma, considerando le attività sul cloud computing che stanno assorbendo molte spese e tenuto conto che i ricavi aziendali dovrebbero crescere del 17% quest'anno, secondo gli analisti le azioni dovrebbero scambiare vicino alle 20 volte gli utili attesi per il 2022.
Meta Platforms avrebbe profitti molto più alti se non investisse 10 miliardi di dollari all'anno per la costruzione del metaverso. Il ritorno economico è incerto ma nel breve i multipli potrebbero diminuire dai 22 attuali, proprio per effetto della grande spesa.
Amazon è stata la più colpita tra le Big Tech avendo perso oltre il 20% dai top del 2021. Alcuni vedono l'azienda in declino dal punto di vista della crescita con la riapertura delle attività, ancor più che le azioni scambiano a circa 60 volte i guadagni attesi per il 2022. Altri però fanno una distinzione tra l'attività di vendita al dettaglio e quella relativa al cloud computing, Amazon Web Service, che potrebbe generare 80 miliardi di dollari di entrate quest'anno e valere circa 1.000 miliardi di dollari.
Netflix è naufragata nella Borsa di New York venerdì 21 gennaio dopo la pubblicazione della trimestrale che ha profondamente deluso il mercato sulla crescita degli abbonati: 2,5 milioni rispetto ai 5,7 milioni attesi. Quanto è bastato perché gli analisti effettuassero una sforbiciata alle stime sugli utili per quest'anno e il prossimo. Il prezzo delle azioni potrebbe sembrare interessante con il crollo di oltre il 20% di venerdì, ma il titolo negozia a circa 34 volte gli utili previsti per il 2022 e a 25 volte i guadagni attesi per il 2023.