Il titolo Nike è particolarmente spumeggiante in Borsa in questo mese di ottobre. Ieri ha ricevuto una spinta da Goldman Sachs, che ha assegnato un giudizio positivo alla società di abbigliamento, consigliandone l'acquisto delle azioni con un target price a 172 dollari. Le quotazioni hanno chiuso l'ultima seduta a Wall Street in rialzo del 2,04% a 153,35 dollari, portando al 5,5% la performance da inizio mese.
La società ha vissuto 2 mesi difficili culminati nel rapporto sugli utili del 23 settembre, dove sono state riportate vendite inferiori alle attese per via dei problemi avuti nelle fabbriche del Vietnam e dove è stata abbassata la guidance sugli utili per i prossimi mesi. Dal top del 6 agosto a 174,38 dollari, le quotazioni borsistiche di Nike sono scivolate del 12%.
Goldman Sachs: perché comprare azioni Nike
La questione del Vietnam si è fatta sentire in modo particolare in quest'ultimo periodo. Il Governo locale è stato costretto ad attuare un rigoroso lockdown per via dell'esplosione dei contagi da variante Delta. Giocoforza le fabbriche di Nike hanno dovuto seguire lo stop interrompendo la catena produttiva.
Tutto ciò potrebbe rischiare di compromettere le vendite natalizie e addirittura le nuove collezioni della primavera del prossimo anno. A questo si aggiunge il pericolo che il ritorno in piena funzione degli stabilimenti deva fare i conti con la carenza di camionisti e l'ingolfo dei porti.
Questo per Goldman Sachs risulta un fatto transitorio. Infatti dopo 9 settimane, le zone più colpite del Paese asiatico stanno lentamente riprendendo le attività. La trimestrale in chiaro scuro quindi è frutto di eventi temporanei inseriti tuttavia in un contesto industriale sano, per questo l'azienda avrebbe molte opportunità di crescita grazie soprattutto all'attenzione all'innovazione.
Nike: il problema dei downolad in Cina
Goldman Sachs segnala però che Nike deve affrontare il problema dei download delle app store in Cina, cosa che ha avuto e avrà un impatto sulle vendite. Bisogna ricordare che il 20% del fatturato del colosso americano proviene proprio dalle vendite fatte nell'ex Impero Celeste.
Come altri grandi marchi internazionali, la Nike ha subito il boicottaggio di Pechino dopo la decisione dell'azienda di non utilizzare più il cotone dello Xinjian. Al riguardo, le ONG e i Governi Occidentali hanno accusato il Dragone di sfruttamento delle minoranze uiguro-musulmane nel territorio costringendole al lavoro forzato.
Per ritorsione, alcune società come Huawei hanno impedito agli utenti di scaricare le app store della Nike. Ad ogni modo gli analisti di Goldman sottolineano come ciò nonostante l'azienda con sede a Beaverton, nell'Oregon, abbia generato un incremento dell'80% di download in genere nel 2021, superando di slancio la principale concorrente, Adidas. Questo è sicuramente un fattore che inciderà in maniera positiva sul prezzo delle azioni.