Coinbase e Bitcoin potrebbero non essere più legati a doppio filo. Uno dei più grande Exchange del mondo ha guadagnato in Borsa circa il 10% dalla fine di luglio, portandosi a un valore maggiore di pochi dollari rispetto al prezzo IPO di 250 dollari. Nello stesso lasso di tempo però la principale criptovaluta ha fatto un balzo del 60%. Questa non necessariamente deve essere considerata una notizia negativa, in quanto pone l'andamento delle azioni smarcato dall'altissima volatilità delle monete digitali.
Ovviamente il discorso rimane valido se la stessa proporzione verrà mantenuta una volta che ci sarà il crollo delle crypto. Se così dovesse essere, gli investitori potrebbero guardare prioritariamente ad altri aspetti per decidere se comprare o meno le azioni della società guidata da Brian Amstrong.
Coinbase: perché comprare le azioni in Borsa
Alcuni analisti sostengono che Coinbase rappresenti una rampa di lancio per una serie di attività legate al settore delle crypto-currencies. Molti istituzionali tra cui Tesla e Microstrategy si sono appoggiati all'Exchange per le proprie operazioni sulle valute digitali.
Adesso l'azienda sta puntando molto su un servizio che mira alla diversificazione delle entrate aziendali. Si tratta dello staking, ovvero un processo che permette a chi detiene monete virtuali di guadagnare attraverso delle ricompense. In sostanza, i miner della blockchain possono estrarre monete o convalidare le transazioni di blocco a seconda del numero di monete che possiedono: più ne hanno, maggiore è la capacità di mining.
Dai guadagni di questo processo Coinbase trattiene una commissione del 25%. Finora questa rappresenta una piccola parte del fatturato, però nell'ultimo trimestre è cresciuta del 271% rispetto a quello precedente. L'azienda si sta concentrando molto sulla qualità del servizio offerto più che sul risparmio dei costi per gli utenti. Di conseguenza sta lavorando affinché gli scambi nella piattaforma siano sempre affidabili, offrendo nel contempo prodotti nuovi in conformità con le normative vigenti.
Inoltre, la scorsa settimana è stato annunciato che Coinbase investirà 500 milioni di dollari in criptovalute e destinerà il 10% dei profitti trimestrali nella costruzione di un portafoglio crittografico. Senza contare che attualmente l'azienda dispone di 4 miliardi di dollari cash per far fronte a qualsiasi evenienza di natura regolamentare.
Coinbase: perché vendere le azioni in Borsa
L'unico elemento veramente contrarian che si ravvisa in questo momento per la piattaforma di trading riguarda la concorrenza di un soggetto come Robinhood. La differenza di costi per il trader è notevole: Coinbase fa pagare tariffe alte per ogni transazione, mentre Robinhood è un broker a zero commissioni, guadagnando dal flusso di ordini che trasferisce ai market maker. Gli utenti della società guidata da Vlad Tenev tuttavia non possiedono proprie criptovalute, visto che non possono trasferirle fuori dalla piattaforma.
Ad ogni modo, sul piano delle commissioni Coinbase non intende proprio competere, come ha dichiarato il Chief Financial Officer, Alesia Haas, durante la pubblicazione dell'ultima trimestrale. Haas sostiene che il punto di forza dell'azienda deve essere quello di fornire il massimo valore ai clienti attraverso altri fattori che non siano i prezzi bassi, come ad esempio la sicurezza e lo stoccaggio, aspetti assolutamente fondamentali per chi detiene criptovalute.