Il Ministero dell'Economia e delle Finanze e UniCredit, con un comunicato congiunto, hanno dato la notizia dell'interruzione del negoziato per la potenziale acquisizione di un perimetro definito di Banca Monte dei Paschi di Siena. Vediamo insieme tutti i dettagli.
UniCredit-Tesoro: saltano i negoziati per MPS, ecco perchè
Nel pomeriggio di ieri la banca guidata da Andrea Orcel ha diramato una nota stringata, confermando le indiscrezioni. "Nonostante l'impegno profuso da entrambe le parti, UniCredit e il Ministero dell'Economia e delle Finanze comunicano l'interruzione dei negoziati relativi alla potenziale acquisizione di un perimetro definito di Banca Monte dei Paschi di Siena".
La nota arriva probabilmente su richiesta di CONSOB, a pochi giorni dalla scadenza fissata al 27 ottobre (clicca qui per approfondire). Tra le motivazioni alla base della rottura ci sarebbe la ricapitalizzazione richiesta da UniCredit del valore di oltre 7 miliardi e ritenuta dal governo "troppo punitiva" per i contribuenti, ma anche l'impossibilità di chiudere l'intesa sulle condizioni pattuite a luglio.
In estate UniCredit aveva accettato di avviare trattative esclusive per l'acquisto di "alcuni asset selezionati" di Monte Paschi, controllata dal Tesoro con una quota pari al 64% dopo il bailout del 2017. Tra i principali presupposti vi erano la neutralità dell'operazione sul capitale della banca milanese, oltre a un accrescimento significativo dell'utile per azione dopo aver considerato le possibili sinergie nette e in ogni caso il mantenimento dei livelli attuali di utile per azione anche prima di tener conto delle possibili sinergie al 2023.
Tra le garanzie offerte in dote al Gruppo era stata stabilita "l'esclusione di contenziosi straordinari non attinenti all'attività di ordinaria gestione bancaria e di tutti i relativi rischi legali, attuali o potenziali" e anche "l'esclusione dei crediti deteriorati e l'adeguata copertura di eventuali ulteriori rischi di credito che siano identificati anche a seguito della due diligence attraverso modalità da definire".
Per quanto riguarda il capitolo gestione del personale, le parti avrebbero provato a convergere su circa 6-7.000 uscite, in forma volontaria e senza licenziamenti, incluso il piano esuberi annunciato all'inizio di quest'anno da MPS (con 2.700 uscite preventivate su un arco quinquennale di cui circa mille quest'anno) ma mai sinora implementato.
Il MEF è "fiducioso" del fatto che "ci siano le condizioni per ottenere una proroga" da Bruxelles, e quindi di fatto per allungare i tempi per la cessione della banca senese. Il Tesoro è titolare del 64% di MPS e dovrebbe a questo punto chiedere almeno sei mesi in più all'Antitrust UE alla quale l'Italia promise la vendita di Monte Paschi entro l'assemblea sui conti 2021.
MEF: ecco il piano B per Monte Paschi di Siena
Naufragata la trattativa con UniCredit, il Ministero dell'Economia e delle Finanze deve guardare per il Monte dei Paschi di Siena a piani alternativi. Tra le ipotesi che circolano vi è quella di un piano stand alone.
In questo senso potrebbe essere considerati anche parti del negoziato appena interrotto come la sterilizzazione delle azioni legali e degli NPL e la cessione di queste a soggetti come Amco che a suo tempo è entrata in data room. Nella sostanza una segmentazione del perimetro ma non uno spezzatino della banca, si legge su La Stampa.
Le incognite non mancano, a partire dal fatto che non è detto che la Dg Comp sia disponibile a proroghe. A parte tutto resta sempre nel cassetto il piano messo in piedi dall’AD Bastianini, mai però approvato dalla BCE.
Una strada che prevede 2,5 miliardi di euro di aumento per far fronte alla carenza di capitale e ai costi di ristrutturazione necessari per rimettere in sesto il conto economico. Ma anche 2.670 esuberi netti al 2025 e ritorno in utile nel 2023, dopo il pareggio di bilancio nel 2022. Secondo però ultimi rumors una ricapitalizzazione dovrebbe essere di almeno 4 miliardi di euro.