La crisi dei chip sta creando situazioni di mercato anomale, dove alcuni dei più grandi produttori stanno traendo grandi vantaggi dall'eccesso di domanda rispetto all'offerta. Di conseguenza gli utili societari si mostrano in crescita, così come di riflesso le azioni in Borsa. Tuttavia, vi sono circostanze particolari in cui anche un'azienda del settore ben posizionata sul mercato si trova ad affrontare colli di bottiglia non previsti.
È il caso del gigante tedesco dei semiconduttori Infineon Technologies, che ha dovuto chiudere a febbraio di quest'anno un importante stabilimento ad Austin, in Texas, a causa di una tempesta invernale che ha provocato interruzioni di correnti.
A questo si è aggiunta la chiusura di un impianto in Malesia per via di un focolaio di Covid-19 verificatosi nella Regione. Le azioni ne hanno risentito nella Piazza di Francoforte, con una perdita nel periodo febbraio-luglio del 15%. Da allora però il titolo ha avuto una reazione e dall'inizio di quest'anno il prezzo è salito di circa il 22%.
Infineon: 3 ragioni per comprare le azioni
Valutando con attenzione la situazione di Infineon, si ha la sensazione che il peggio sia alle spalle e che nei prossimi mesi gli acquisti potranno tornare corposi sul titolo in Borsa. Vi sono almeno 3 ragioni per puntare sulla società con sede a Neubiberg.
La prima è che l'azienda è solida. Il gruppo nell'anno fiscale terminato a settembre 2020 ha registrato un utile netto di 368 milioni di euro, con vendite che hanno raggiunto gli 8,6 miliardi di euro. Per l'anno fiscale 2021 la società ha detto di aspettarsi un fatturato in salita a 11 miliardi.
Il prossimo mese si conosceranno i risultati effettivi, ma la crescita aziendale è stata evidente, come dimostrano anche i dati dell'ultimo trimestre che ha visto un volume d'affari di 2,7 miliardi e un utile netto di 496 milioni di euro. Attualmente la società capitalizza 47 miliardi di euro e le azioni prezzano 25,7 volte i guadagni previsti per il 2021, in linea con i multipli del settore.
La seconda ragione deriva dalle tendenze di mercato. Le aziende che utilizzeranno i semiconduttori saranno sempre in numero maggiore in futuro con il progresso tecnologico, così come i beni prodotti dalle stesse. In particolare il settore delle auto, che sta vivendo una transizione importante, vedrà un'impennata della domanda di chip. Tutto ciò consentirà di soddisfare caratteristiche che rendono i veicoli più sicuri ed efficienti. In questo Infineon è ben posizionata, dal momento che il 41% delle entrate annuali dell'azienda derivano proprio dal settore automobilistico.
L'ultima ragione riguarda l'aumento della domanda cinese. Infineon in Cina occupa un ruolo competitivo di rilievo poiché la tecnologia utilizzata dall'azienda è più all'avanguardia paragonata a quella dei produttori locali di chip. Ciò permette di applicare un surplus nel prezzo tra il 30% e il 50%. Negli ultimi 3 anni la Cina ha contribuito per circa il 30% al fatturato complessivo di Infineon.
Infineon: il giudizio degli analisti
Gli analisti sono ottimisti sulle azioni del colosso tedesco. Stephane Houri, analista di Oddo BHF, società francese di servizi finanziari, sostiene che il momento è propizio per entrare a mercato in quanto l'azienda è posizionata egregiamente per catturare la crescita nei suoi vari mercati. Al riguardo l'esperto fissa un obiettivo di prezzo a 48 euro.
Il giudizio positivo è confermato da Johannes Schaller, analista di Deutsche Bank, che prevede vendite in crescita per il 2022 a 13 miliardi di euro, in rialzo rispetto alla stima attuale di 12,6 miliardi. Metzler Capital Markets fa notare invece che se non fossero chiuse le fabbriche di Austin e in Malesia ci sarebbe stata una crescita annuale dei ricavi del 30%, con margini operativi intorno al 19%. Questo potrebbe essere di buon auspicio una volta rimossi gli eventi eccezionali, con riflessi positivi sulle quotazioni azionarie.