La stagione delle trimestrali USA è nel suo vivo. Mentre gli effetti della pandemia si sono fatti sentire in modo pesante su grandi fette dell’economia reale, si pensi alle ricadute per il settore energetico, turistico, aereo e dei consumi discrezionali,
alcune società stanno battendo ogni attesa. In primis quelle del comparto bancario USA. È il caso di alcune
banche d’affari, da ultima Morgan Stanley, che ieri ha riportato i
risultati del secondo trimestre 2020 superiori alle stime del mercato.
Morgan Stanley: risultati del secondo trimestre 2020 spinti dal trading
Con un secondo trimestre dell’anno all’insegna di un vero e proprio rally dei principali indici azionari, l
’attività di trading delle banche d’affari ha avuto un vero e proprio boom. Per Morgan Stanley i ricavi da trading sul reddito fisso sono quasi triplicati, arrivando a 3,03 miliardi di dollari (le stime Bloomberg erano per un dato a 1,81 miliardi). L’attività di trading sul mercato azionario ha invece ottenuto ricavi per 2,62 miliardi di dollari (previsioni Bloomberg a 2,27 miliardi).
In un clima di estrema incertezza,
l’attività di trading delle cinque maggiori banche d’investimento ha sorpreso le attese degli analisti. Entrando nel dettaglio, per
Goldman Sachs gli esperti si attendevano un incremento del 27% dei ricavi da trading, la misurazione effettiva si è attestata ad un +93%. Per
J.P. Morgan le attese erano per un +45% che si è dovuto confrontare con un +79%; il paragone per
Morgan Stanley è stato di un +25% stimato e un +73% effettivo; per Citigroup lo stesso raffronto è di un +34% contro il +55% riportato; infine, per
Bank of America, gli specialisti stimavano un +17%, che ha fatto i conti con un +35%.
Trimestrali banche USA: il trading tampona le paure sui debiti
Grazie alle mosse messe in campo dalla Federal Reserve, in particolare quella relativa all’
acquisto di obbligazioni corporate direttamente nel mercato secondario,
i ricavi da trading sul reddito fisso delle cinque maggiori banche d’affari USA si sono attestati in media sui
10 miliardi di dollari nella prima metà del 2020.
Questi guadagni aiutano a
tamponare, ma non annullare,
i timori di un’ondata di insolvenze sui debiti dovuto alle ricadute sull'economia del Coronavirus. Molte aziende potrebbero trovarsi costrette a chiudere, senza rimborsare i propri debiti.
Senza contare che un deterioramento della curva dei contagi e la necessità di nuovi lockdown potrebbe far risalire bruscamente il numero dei disoccupati e con esso il rischio di ulteriori insolvenze lato prestiti alle persone. Questa possibile spirale negativa ha spinto le grandi
banche USA a comprimere gli utili per creare delle
maxi riserve sulle possibili perdite causate da Coronavirus.