TerraUSD: cosa rischia realmente Do Kwon dopo crash della stablecoin? | Investire.biz

TerraUSD: cosa rischia realmente Do Kwon dopo crash della stablecoin?

03 giu 2022 - 10:33

03 giu 2022 - 10:33

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Il crollo di TerraUSD e del token LUNA ha spinto gli investitori ad agire legalmente contro il fondatore Do Kwon. Ma quali potrebbero essere le conseguenze? Scopriamole

Cosa rischia realmente Do Kwon, il 30enne sudcoreano che ha fondato TerraUSD e LUNA dopo il crash delle 2 criptovalute? Per rispondere a questa domanda bisogna fare qualche passo indietro. Da quando l'imprenditore crittografico ha costituito i suoi Terraform Labs lanciando UST e LUNA, ha raccolto 207 milioni di dollari, mostrando una grande capacità di attirare le masse. Persino personaggi come l'investitore miliardario Mike Novogratz si sono uniti al progetto.
 
La piattaforma Anchor di Terra ha incanalato la situazione verso il successo, attraverso un ritorno del 20% di interessi garantiti, quando i titoli di Stato USA pagavano appena il 2% e i conti bancari rendevano meno dell'1%. L'interesse per UST e LUNA è stato esorbitante e lo scorso anno il token gemello di TerraUSD ha fatto un balzo prodigioso del 15.800%.
 
Tutto però si basava su un gioco rischioso. Non solo in merito agli interessi spropositati elargiti attraverso Anchor, su cui gli investitori esperti avevano acceso un monito, ma soprattutto con riferimento al meccanismo di funzionamento delle stablecoin algoritmiche. Facendo parte di questa categoria, TerraUSD aveva lo scopo di assicurare l'ancoraggio al dollaro USA non attraverso la detenzione di riserve in contanti o titoli di Stato come per altre stablecoin tipo Tether o USD Coin, bensì per mezzo di complessi codici che miravano a creare e bruciare token.
 
In altri termini, ogni qualvolta che il valore di TerraUSD superava la quota di 1 dollaro, si creava un processo algoritmico tale per cui venivano acquistati token LUNA e bruciati UST in modo da riportare tutto al valore di peg. Il processo opposto accadeva quando il valore di TerraUSD scendeva al di sotto del floor. Il giocattolo si è rotto allorché vi è stata una vendita di massa tale per cui non era più possibile far interagire i 2 token. Do Kwon aveva creato anche una riserva di emergenza rappresentata da Bitcoin per tentare di arginare il crollo della stablecoin, ma si è dissolta in poco tempo di fronte alla furia delle vendite. 
 

Do Kwon: difficilmente andrà in carcere 

Il punto è in tutto questo capire quali siano effettivamente le responsabilità del fondatore dell'ecosistema Terra. Ha ingannato gli investitori agendo con dolo? Oppure è stato solo un uomo d'affari abile ma negligente? La risposta a queste domande è estremamente importante per decidere se vi siano estremi di natura penale nei confronti di Do Kwon.
 
Le ipotesi in campo sono quindi multe, sanzioni o la prigione. In quest'ultimo caso i pubblici ministeri dovrebbe provare al di là di ogni ragionevole dubbio che Kwon abbia commesso una frode criminale, ingannando intenzionalmente gli investitori. Secondo Renato Mariotti, ex procuratore federale ed esperto di cause di questo tipo, l'iter in ambito penale è quello di affidarsi spesso a e-mail, messaggi, tweet e altre dichiarazioni per avere un quadro della situazione e capire dove stiano le responsabilità. La questione penale comunque nasce perché un gruppo di investitori in Corea del Sud ha sporto denuncia attraverso lo studio legale LKB & Partners contro Kwon accusandolo di frode.
 
Il discorso dal punto di vista civile è diverso, perché l'onere della prova è meno pesante, basandosi su una preponderanza delle prove. Di solito le cause si risolvono con una multa da parte della Securities and Exchange Commission. Randall Eliason, che ha trascorso 12 anni come assistente procuratore degli Stati Uniti per il Distretto di Columbia, ritiene che in casi del genere i rimedi appropriati finiscono per essere di carattere civile, normativo e amministrativo, ma non penale.
 

DeFi: investitori in fuga

Lo scossone provocato da tutta la vicenda raccontata comunque sta mettendo in fuga gli investitori dalla finanza decentralizzata. Molti sostenitori delle criptovalute considerano la DeFi una delle innovazioni più promettenti nel settore delle risorse digitali, ma molte certezze sono venute meno con il panico che si è venuto a creare. Ether, ad esempio, che è il secondo token crittografico più grande del mondo e un proxy per il sentiment sul mercato, ha perso più di un terzo del suo valore nell'ultimo mese
 
Le stablecoin agiscono come una sorta di lubrificante delle transazioni nella finanza decentralizzata. Quindi la dipartita di TerraUSD ha minato fortemente la fiducia nel settore. Secondo Sipho Arntzen, analista della banca svizzera Julius Baer, in questo momento la fiducia nell'ecosistema crittografico e nella DeFi è a livelli storicamente bassi e per ora non ci sarà una rapida ripresa. La fuga da Ether, che mira principalmente a fornire l'infrastruttura per il mondo emergente delle app decentralizzate, ne è una testimonianza, ha aggiunto l'esperto.
 
 
 

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