Il settore finanziario è stato uno di quelli più martoriati dal Covid-19. Da quando è scoppiata la pandemia tutte le principali banche italiane hanno subito delle perdite rilevanti in Borsa per via delle prospettive sullo scenario economico-produttivo del Paese, il quale si trova a fare i conti con fallimenti e chiusure delle imprese.
Di conseguenza l'impatto negativo sul sistema bancario è significativo. Gli istitituti di credito infatti si sono visti accumulare i crediti deteriorati e hanno dovuto subire l'effetto negativo di una marginalità più ristretta dovuta a tassi di interesse bassi. A questo si è aggiunto lo stop alla distribuzione dei dividendi da parte della BCE, la quale teme una possibile crisi di liquidità a livello sistemico e quindi fa in modo di evitare sperperi di denaro contante.
La ripresa economica, che poggia sulla speranza di un vaccino anti-Covid, potrebbe dare respiro a tutto il comparto finanziario e quindi alle quotazioni azionarie. A questo punto vale la pena di puntare sul settore bancario italiano in attesa di rialzi dei listini nel 2021? Per scoprirlo facciamo affidamento a un'analisi da parte di Goldman Sachs sulle 5 principali banche del nostro Paese.
Intesa Sanpaolo: ritorno al dividendo nel 2021
Secondo Goldman Sachs, Intesa Sanpaolo vanta un bilancio solido con un CET1 del 14% e un buffer di liquidità del 5,4% in più rispetto a quanto previsto dai parametri patrimoniali. Questo, oltre a fare della prima banca italiana uno dei primi 20 istituti nel panorama europeo, aumenta la probabilità che sia una delle poche aziende di credito che torni a distribuire dividendi importanti.
Ricordiamo che, prima del congelamento da parte della BCE, la banca guidata da Carlo Messina erogava cedole per 3,4 miliardi annui. Oggi l'istituto capitalizza circa 36 miliardi di euro e le azioni quotano 1,86. Goldman Sachs ha alzato il prezzo obiettivo del titolo da 2,15 a 2,40 euro.
UniCredit: M&A il punto di forza
A giudizio degli esperti, nel 2021 Unicredit dovrebbe abbassare gli accantonamenti sulle perdite su crediti, se non altro in quanto quest'anno ne sta registrando di più rispetto ad altre banche. Inoltre sono previsti minori introiti per commissioni e Net Interest Rate.
Tuttavia, la seconda banca italiana potrà sfruttare le possibili operazioni di fusioni e acquisizioni che sono pronosticabili per l'anno venturo, perché ciò le permette di creare delle sinergie di costo e una diluizione dei rischi sui prestiti.
L'incognita potrebbe venire dai cambiamenti imprevisti sugli assets rappresentati dai debiti sovrani, ma questo dipende molto dall'andamento macroeconomico che si verrà a configurare. Il prezzo obiettivo di Goldam Sachs per le azioni dell'istituto di Piazza Gae Aulenti passa da 12,3 a 12,7 euro, ben più consistente di quello attuale a 8,44 euro.
Banco BPM: EPS visto in aumento
Come per UniCredit, anche per Banco BPM le sinergie di costo derivanti da M&A aumentano la stima degli utili sia per il 2020 che per il 2021. Gli EPS previsti infatti sono rispettivamente del 127% e del 76%.
Il ritorno tangibile sul patrimonio si assesta ancora sotto l'1,5% per l'anno prossimo. Anche nel triennio successivo ci dovrebbe essere un rialzo dell'EPS di una forbice compresa tra il 5% e il 10% in più. Il target price dei prossimi 12 mesi per la terza banca italiana aumenta a 1,95 euro, rispetto agli 1,85 euro delle precedenti stime. Il prezzo delle azioni in questo momento è di 1,88 euro.
BPER Banca: rischio Net Interest Rate
Grazie ad accantonamenti inferiori sui crediti, l'EPS da qui al 2024 di BPER Banca dovrebbe aumentare in media a un tasso del 7%. La base di partenza è quella di una redditività bassa nel 2020, quindi il Net Interest Rate rimane un rischio da non sottovalutare per gli anni a venire. Ad ogni modo l'obiettivo di prezzo a 12 mesi si sposta da 2,20 a 2,25 euro. Attualmente il titolo a Piazza Affari viaggia intorno a 1,39 euro.
Banca MPS: i crediti in sofferenza abbassano la stima degli utili
La Banca Monte dei Paschi di Siena è l'unica del gruppo a vedersi ridotte le stime sugli utili da parte di Goldman Sachs. Questo perché viene prevista una diminuzione dei ricavi e una stima dei costi relativi soprattutto ai crediti in sofferenza. Questo spingerebbe il CET1 a ridursi e nel triennio 2022-24 l'EPS a diminuire tra il 4% e l'8%. Il prezzo delle azioni a 12 mesi dovrebbe scendere a 1,35 euro, rispetto alla precedente previsione che lo dava a 1,50 euro. Oggi le azioni quotano circa 1,23 euro.