Cosa sta succedendo alle aziende tecnologiche cinesi quotate in Borsa? Nelle ultime settimane sembra che gli investitori vogliano liberarsi a mani basse delle azioni in portafoglio e ci si chiede se lo scarico sia temporaneo per via di alcune vicende che hanno interessato le società, oppure definitivo perché legato in qualche modo a prezzi alti e fondamentali.
In realtà alcune condizioni di mercato non hanno aiutato i tech a frenare la corsa alle vendite. Il rialzo dei rendimenti dei T-Note americani e le Autorità di regolamentazione non proprio tenere hanno contribuito in maniera determinante a peggiorare il sentiment degli operatori.
Tech cinesi: le azioni coinvolte nelle vendite
A farne le spese sono state ad esempio aziendecome Baidu, Alibaba, Tencent Music e NIO. Il gigante del motore di ricerca online ha iniziato una discesa verticale dai massimi del mese di febbraio. Recentemente la società con sede a Pechino è entrata a far parte della lista nera della SEC riguardo la conformità degli audit finanziari in base alla regolamentazione americana, rischiando il delisting da Wall Street.
Lo stesso discorso vale per il gigante dell'e-commerce Alibaba e per il colosso dell'intrattenimento Tencent. Nello specifico, il gruppo guidato a Jack Ma ha da sbrigare tutte le faccende a sfondo politico che hanno avuto a che fare con la quotazione andata in fumo della controllata Ant Group nei mesi scorsi. NIO sta pagando in maniera particolare la carenza di chip mondiale, che l'ha costretta a sospendere per 5 giorni la produzione di auto elettriche in alcuni stabilimenti cinesi.
Citigroup: ecco perché puntare sulle tech cinesi
Le vendite diffuse non preoccupano però gli analisti di Citigroup. La banca d'affari americana considera quanto accaduto una sfortunata dislocazione dei prezzi delle azioni e comunque non collegata ai fondamentali delle aziende bersagliate, che restano solidi. Per questa ragione i prezzi costituiscono un'ottima opportunità per entrare a mercato.
In particolare, Tencent Music ha annunciato il riacquisto di azioni da 1 miliardo di dollari e così ha fatto anche Baidu che ha in programma un buyback di 2,78 miliardi di dollari. Questo potrebbe già di suo essere un elemento molto interessante che gli investitori devono valutare.
Secondo Citi, Baidu ha un potenziale di crescita del 75% dalla quotazione dell'ultima chiusura settimanale, quindi con un target price di 364 dollari. La ragione sta nelle prospettive di crescita promettenti, ancor più se l'azienda riesce a infilarsi nel delicato settore delle auto elettriche. Ricordiamo che la società capitalizza quasi 74 miliardi di dollari e ha stimato per il 2021 utili in aumento del 6,41%, dopo una crescita strabordante di oltre il 1.000% l'anno scorso.
All'appello lanciato da Citigroup si uniscono anche altri analisti che esortano gli investitori a comprare. Tra essi Paul Pong, Amministratore Delegato di Pegasus Fund Managers Ltd. a Hong Kong, secondo cui bisognerebbe puntare su Baidu perché la vendita recente delle azioni non ha nulla a che fare con il valore reale dell'azienda, la quale presenta uno slancio degli utili molto interessante.
Gli fa eco Michael Foo, Chied Investment Officer di HP Wealth Management, il quale punta su quattro azioni in particolare, ovvero Tencent, Baidu, Alibaba e JD.com. A parere dell'esperto le società citate produrranno dei cash flow futuri di qualità superiore.