La decisione di Elon Musk di permettere agli acquirenti delle auto Tesla di pagare in Bitcoin ha sollevato una questione che si appresta ad essere molto controversa: Bitcoin come strumento di pagamento. È del tutto pleonastico rilevare che come sempre si formerà una schiera ripartita su due fronti.
Da una parte vi saranno i più assidui sostenitori della criptovaluta, che ormai ritengono che il processo in atto sia inarrestabile. Tra questi ad esempio si schiera Cathie Wood, che ha dichiarato un paio di giorni fa che gli istituzionali come Tesla sono entrati a pieno titolo nella trattazione della valuta digitale, la quale ancora ha un potenziale di crescita enorme.
Dall'altra parte vi sono i detrattori che nutrono diversi dubbi sul fatto che il Bitcoin possa affermarsi come strumento di pagamento. A questo pensiero si allinea Benoit Coeure, economista francese della Bank of International Settlement che ha fatto parte del Comitato esecutivo della BCE dal 2011 al 2019. Giovedì Coeure ha sostenuto che, per via dell'altissima volatilità, la principale criptocurrency può funzionare come asset d'investimento, ma ha fallito il test per essere un mezzo di pagamento.
Ammesso però che in futuro Bitcoin sarà utilizzato per comprare qualunque cosa, si determineranno due ordini di problemi diversi, da valutare con attenzione, vediamoli.
Bitcoin: il costo opportunità
Il primo problema riguarderebbe il costo opportunità di utilizzare una valuta del genere come pagamento. Secondo la gran parte degli analisti il prezzo sarà destinato ancora a salire ben oltre l'attuale quotazione di mercato e, almeno per un pò, la previsione sembra più che plausibile.
Se ciò fosse vero si correrebbe il rischio di rinunciare a una cosa che potrà avere sempre più valore, come il Bitcoin, per acquistare qualcosa destinata nel tempo a perdere valore, come ad esempio un'auto Tesla. Dal punto di vista della convenienza per un consumatore non sarebbe il massimo, al che egli potrebbe essere tentato di tenere la moneta digitale più come uno strumento d'investimento piuttosto che utilizzarla come mezzo di consumo.
Ovviamente non è sempre così immediata la valutazione, perché decidere scientemente una cosa piuttosto che un'altra espone sempre a rischi. Le oscillazioni di prezzo potranno essere più contenute una volta che Bitcoin diviene di uso comune, ma se ciò non dovesse avvenire i cali di prezzo anche molto violenti potrebbero mettere tutto in discussione.
Bitcoin: la questione fiscale
Il secondo problema ha carattere fiscale. Se viene acquistata un'auto Tesla con Bitcoin, significa che in realtà si sta vendendo la criptovaluta al venditore di veicoli elettrici per avere in cambio un prodotto. Quella vendita però ha generato una plusvalenza se l'operazione è in guadagno, quindi dovrà essere tassata. Al contrario se dalla liquidazione di moneta digitale si è subita una minusvalenza si avrà diritto a una detrazione fiscale.
Tutto questo sicuramente solleva una questione che dovrà essere inevitabilmente posta all'attenzione dell'Amministrazione fiscale. E con ogni probabilità comporta che il contribuente deve tenere conto di tutte le movimentazioni che fa con Bitcoin ed effettuare le dovute segnalazioni al Fisco in sede di dichiarazione dei redditi.