Il fondatore di Luxottica sta rastrellando azioni della banca d'affari Mediobanca. Da mesi, in un crescendo di affari e di ambizioni, Leonardo Del Vecchio sta giocando da protagonista la partita che deciderà gli equilibri di potere della finanza tricolore. Vediamo i dettagli.
Del Vecchio consolida posizione primo azionista al 13,2%
Secondo quanto ha comunicato in serata Delfin, la holding lussemburghese del fondatore di Luxottica, l’imprenditore ha acquistato quasi 11 milioni di titoli Mediobanca, pari all'1,25% del capitale di Piazzetta Cuccia.
Del Vecchio, che a fine dicembre aveva arrotondato la sua quota all'11,92%, si porta così a ridosso del 13,2%, consolidando la sua posizione di primo azionista della banca d'affari. Come noto, Del Vecchio ha in tasca da diversi mesi un'autorizzazione ottenuta dalla Banca centrale europea che gli consente di spingersi fino a ridosso del 20%.
A inizio ottobre l'industriale dopo aver ricevuto il via libera della BCE per salire fino al 20% aveva comunicato il superamento della soglia del 10%, portandosi dal 9,89% al 10,1%. Come previsto dalla norma anti scorrerie del 2017, Del Vecchio aveva chiarito le proprie intenzioni, sottolineando il “carattere finanziario e di lungo termine” dell'investimento con la volontà di “garantire stabilità e sostenere la crescita” ed escludendo quindi di volerne acquisire il controllo o esercitare un'influenza dominante sulla gestione dell'Istituto. Nessun singolo investitore si era infatti mai lanciato in una scalata solitaria della più importante banca d’affari nazionale.
Sale la partecipazione anche sul Leone di Trieste
I nuovi acquisti non fanno altro che rafforzare ulteriormente la presa sull'istituto e consentono tra l'altro a Del Vecchio di superare di slancio quello che resta dello storico Salotto Buono che ha governato la finanza italiana per oltre 30 anni.
Quest'ultimo, che raduna alcuni degli storici soci di Mediobanca e che negli anni ha visto ridurre gradualmente il peso della partecipazione fino all'attuale 12,54%, è stato depotenziato tre anni fa trasformandosi da Patto di Sindacato e Blocco a semplice accordo di consultazione.
Mediobanca non è più la stanza di compensazione del capitalismo tricolore, ma l’istituto oggi guidato dall’AD Alberto Nagel resta comunque l’azionista principale di Assicurazioni Generali con una quota del 13%.
Se consideriamo che lo stesso Del Vecchio possiede un altro 4,8% della compagnia, si capisce perché alcuni analisti abbiano interpretato sin da principio le mosse dello scalatore come una manovra per arrivare al controllo del Leone di Trieste.