Uno dei compiti più arditi per le società che avviano un'Offerta Pubblica Iniziale è quello di stabilire il prezzo di offerta. Tradizionalmente gli investitori non presentano offerte e sono coloro che si occupano della sottoscrizione a determinare in gran parte le allocazioni delle azioni.
Questo significa che le aziende che collocano i titoli sul mercato hanno poca capacità decisionale e gli investitori incidono in maniera poco significativa. In tal senso non sempre si riesce ad avere il polso del mercato e a determinare con esattezza quello che è l'interesse degli operatori verso un titolo che sta per approdare al pubblico.
Ciò comporta che spesso le azioni sono oggetto di elevata volatilità già dal primo giorno di contrattazione ufficiale, disorientando i trader che vorrebbero accaparrarsi il titolo o che al contrario desidererebbero liberarsene.
IPO Tech: una piattaforma per fissare il prezzo
Alla luce di queste considerazioni, alcune società tech hanno sperimentato altri metodi per poter avere quante più informazioni sul prezzo che gli investitori sarebbero realmente disposti a pagare per un'IPO. Una di queste è ACV Auctions, società americana specializzata nel commercio online di auto usate.
Per la sua IPO, l'azienda ha messo in piedi una piattaforma digitale dove gli investitori istituzionali fornivano le informazioni necessarie riguardo il numero di azioni che stavano cercando di acquistare e il prezzo al quale le volevano pagare. Non solo, dai dati risultava anche la durata delle azioni detenute dagli stessi dopo precedenti IPO. Questi fattori messi insieme davano un quadro molto più chiaro alla società e ai sottoscrittori circa il prezzo da fissare per ogni azione e la scelta degli investitori verso cui dirottare il collocamento.
Alla fine ACV ha messo sul mercato 16,55 milioni di azioni a 25 euro per unità, dopo aver aumentato la fascia di prezzo tra 20 e 22 dollari dopo un prima stima tra 18 a 20 dollari. ACV è un'azienda che genera entrate soprattutto dalle commissioni che addebita agli utenti nella sua piattaforma online, in cui i rivenditori di auto usate possono vendere i loro prodotti nelle aste in soli 20 minuti. Il fatturato è determinato anche dagli introiti per altri servizi come il trasporto dei veicoli e i finanziamenti a breve termine.
Nell'ultimo anno la società ha prodotto ricavi per 208,4 milioni di dollari, quasi il doppio rispetto ai 106,8 milioni dell'anno precedente. Anche il risultato d'esercizio è migliorato con una perdita che si è ridotta da 77,2 a 41 milioni di dollari. La società mira ad espandersi territorialmente e a investire molto nella ricerca e sviluppo. L'elaborazione di questa piattaforma per la valutazione dell'IPO è stato un passo significativo in questa direzione.
IPO Tech: metodo ACV interessante ma rischioso per le società piccole
Uno degli investitori iniziali nell'azienda, Brian Hirsch, co-fondatore e managing partner di Tribeca Venture Partners, nonché membro del Consiglio di Amministrazione di ACV, sostiene che questa forma di IPO serve per ridurre la volatilità delle azioni una volta che le stesse vengono negoziate sui mercati borsistici. Attraverso Tribeca, Hirsch ha investito ben 18 milioni di dollari nella società di servizi online e le sue partecipazioni non sono state vendute in sede di Offerta Pubblica Iniziale.
Secondo Jeff Cohen, partner nella pratica dei mercati dei capitali presso lo studio legale Linklaters LLP, il metodo usato da ACV è interessante perché può generare una forte domanda da parte degli investitori, ma allo stesso tempo comporta dei rischi per le società più piccole. Infatti, nelle IPO di queste ultime potrebbe esserci uno scarso interesse da parte degli istituzionali a partecipare dal momento che esisterebbero meno possibilità perché le azioni possano crescere in maniera considerevole dopo l'offerta.