Andare contro i titoli tecnologici negli ultimi anni non ha pagato. In particolare in questo 2020, in cui gli investitori hanno trovato rifugio nell'innovazione e nel digitale per sopperire alle mancanze generate dalla pandemia.
Così gli indici di Borsa USA hanno preso slancio trainati dal grande supporto di società come Apple, Amazon e Microsoft, che da sole hanno rappresentato il 50% del guadagno dell'S&P 500 fino ad oggi.
Se ragioniamo in termini di capitalizzazione, gran parte del principale listino americano è costituito dalle Big Tech, di conseguenza è ragionevole pensare che le sorti della Borsa di New York siano estremamente condizionate dall'andamento dei giganti della tecnologia.
Negli ultimi tempi però questi ultimi stanno tirando il fiato, in scia alle speranze di una ripresa economica dettata dai vaccini anti-Covid. Ripresa che andrebbe a risvegliare tutte quelle azioni come energia, finanza, commercio al dettaglio, ecc. che sono rimaste indietro. A questo punto, come guardare il 2021 in rapporto agli hi-tech? Avranno ancora spazio per crescere o sono prossimi al capolinea?
Azioni tecnologiche: perché investire
Nonostante le attese siano per un rimbalzo economico di una certa portata nell'anno che sta per entrare, le incertezze ancora sono parecchie e riguardano non solo la pandemia globale, ma anche le tensioni commerciali tra i Paesi che sono stati protagonisti in questi anni.
Ragion per cui gli investitori troveranno sempre rifugio nelle aziende che hanno spirito innovativo e potenzialità di rimanere al vertice anche di fronte alle avversità. Secondo Mark Stoeckle, Amministratore Delegato di Adams Funds, sono pochi i settori in cui si ha la possibilità di prevedere la crescita come per quello della tecnologia.
Un altro aspetto di cui bisognerà tenere conto è quello relativo alla crescita economica dopo la ripresa. A giudizio di Michael Arone, chief investment strategist di State Street Global Advisors, essa sarà più lenta a seguito del rimbalzo, per cui solo le Big Tech possono garantire flussi di cassa più elevati rispetto agli altri.
Perentoria è l'affermazione di Esty Dwek, responsabile della strategia di mercato globale presso Natixis Investment Managers. L'esperto ritiene che alcune attività di ultima generazione ormai fanno parte delle nostre vite e questo è il motivo per cui gli investitori non si allontaneranno più dalla tecnologia.
Azioni tecnologiche: perché non investire
In base ai dati IBES i Refinitiv, gli utili del settore tech dovrebbero crescere del 14,2% l'anno prossimo, in maniera più lenta rispetto al 23,2% delle società che compongono l'indice di Borsa S&P 500. Questo fa pensare che l'inversione che si è vista nelle ultime settimane potrebbe avere ancora spazi per l'anno venturo sulla base dei profitti attesi.
Un fattore che certamente farà accendere una spia riguarda le valutazioni troppo alte dei titoli rispetto ai fondamentali. Attualmente i tech scambiano a 26 volte le stime degli utili e questo desta più di una preoccupazione sulla tenuta di quotazioni così costose.
Ne è convinto il capo stratega degli investimenti di Ally Invest, Lindsey Bell, che dubita che nel prossimo anno arrivino soldi freschi nella tecnologia. Ancor più se la riapertura economica degli Stati Uniti al commercio internazionale senza dazi e tariffe creerà le basi per un rilancio delle azioni value.
Infine non bisogna dimenticare le pressioni che i grandi colossi tecnologici stanno subendo dalle Autorità Antitrust. Se questa politica verrà portata avanti si preannunciano tempi duri per il futuro, che inevitabilmente avrebbero riflessi sulle quotazioni dei titoli in Borsa.