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I mercati finanziari sono sempre più avvolti nell'incertezza dell'aggravarsi della pandemia e delle elezioni USA;
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J.P. Morgan preferisce le obbligazioni nel breve termine per via della politica monetaria delle Banche centrali;
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Amundi scommette sulle azioni grazie agli utili societari e alla protezione dall'inflazione
Il Coronavirus non dà tregua ai mercati, sempre più disorientati riguardo la direzione da prendere. Negli ultimi giorni stanno prevalendo le vendite sulle Borse mondiali, complice appunto il riacutizzarsi di una pandemia che sta provocando effetti disastrosi sull'economia reale. Oggi in Europa fioccano le vendite, con i principali indici che subiscono perdite che lambiscono il 4%. Nemmeno i future americani lasciano ben sperare, facendo segnare ribassi intorno al 2%.
Altri temi però hanno soffiato una ventata di incertezza oltre a quello del virus. Primo tra tutti le elezioni presidenziali americane ormai alle porte, con i sondaggi che danno quasi per scontata la vittoria di Joe Biden, ma con gli operatori che temono un colpo di coda finale come quello che avvenne nel 2016. Vi è poi la mina vagante Brexit, che è pronta a scoppiare se non verrà trovato un accordo tra l'Unione Europea e la Gran Bretagna entro la fine dell'anno.
J.P. Morgan: puntare sulle obbligazioni
In questo clima abbastanza cupo, J.P. Morgan vede nel breve termine le obbligazioni societarie sovraperformare le azioni. I bond high yield quest'anno hanno realizzato in media un rendimento dell'1,8% e i junk bond hanno reso il 27% dopo il tracollo di marzo. Inoltre le obbligazioni in dollari USA dei mercati emergenti hanno piazzato una performance del 2,5% dall'inizio del 2020, mettendo in serie rialzi del 18% dopo il tremendo periodo primaverile.
Questi sono numeri che fanno capire come il mercato obbligazionario si mantenga in salute nonostante tutto, anche per via della politica monetaria della Federal Reserve che ha deciso di inserire i fallen angels nel suo piano d'acquisti. Sul fronte azionario, il mercato invece potrebbe in questo frangente pagare lo scotto della recrudescenza dell'epidemia e dell'incertezza legata alle urne statunitensi.
Nel mese scorso l'indice MSCI All Country World ha lasciato per strada il 3,4% e nelle ultime battute fatica a riprendere quota. Nel medio-lungo periodo bisognerà valutare gli effetti delle politiche monetarie delle Banche centrali in relazione all'evoluzione del quadro epidemiologico. In sostanza, se i tassi rimarranno a zero fino al 2023 come è stato segnalato dalla FED nella riunione del FOMC del mese scorso, è presumibile che i rendimenti obbligazionari ne risentano e le azioni troveranno un maggiore consolidamento.
Per ora comunque, a giudizio degli strategist della banca d'affari americana, gli investitori dovrebbero ricavare dall'attuale incertezza delle opportunità d'acquisto da inserire in un portafoglio titoli ben diversificato, nell'attesa che nel 2021 si materializzi una ripresa più marcata.
Amundi: azioni performanti con la buona tenuta degli utili societari
L'analisi di J.P. Morgan non è condivisa del tutto dagli esperti di Amundi. Secondo gli esperti della società di asset management controllata da Crèdit Agricole, il sostegno delle Banche centrali ha aiutato a trovare rifugio nell'obbligazionario e questo potrebbe rappresentare un paracadute nel caso in cui la situazione sui mercati dovesse volgere al peggio. Però c'è da considerare che, se nel 2021 dovesse arrivare la ripresa tanto auspicata, il ritorno degli investimenti azionari sarà molto più premiante.
Inoltre ci sarebbero anche da considerare gli effetti dell'inflazione, rispetto ai quali le azioni risulteranno più immunizzate in confronto alle obbligazioni. Un altro aspetto che gli analisti mettono in luce riguarda il discorso dei multipli azionari alti, che danno l'idea di una sopravvalutazione dei corsi.
In verità, gli utili societari darebbero in futuro prova di una buona tenuta, ancor più se venisse innescata una reazione importante dell'economia mondiale. Conseguentemente crescerebbe il numero di aziende con dividendi corposi e comunque più appaganti rispetto ai rendimenti delle obbligazioni societarie.