I crolli di Borsa registrati tra fine febbraio e metà marzo hanno tolto molte certezze agli investitori, spaventati dal ritorno della volatilità sui mercati finaziari internazionali. Nelle ultime settimane abbiamo registrato interessanti rimbalzi delle principali Borse valori mondiali, da Wall Street a quelle europee. I timori su quelle che saranno le ricadute sull'economia internazionale derivanti dalla pandemia da Coronavirus sono un elemento che continua a incutere una certa incertezza sul futuro, specie per gli investitori meno capitalizzati. E i ricchi? Dove investono i loro patrimoni?
Malgrado il Coronavirus i ricchi continuano a credere nel mercato azionario. Questo è quanto emerso dall'indagine di aprile svolta da UBS. La maggior banca al mondo nel campo della gestione patrimoniale ha condotto un'analisi che ha interessato14 nazioni. E i dati che sono emersi sono davvero interessanti: il 70% dei 4.108 investitori e imprenditori facoltosi interpellati prevede infatti di mantenere invariati i propri investimenti in azioni nei prossimi sei mesi. Il 37% intende addirittura di incrementarne l'esposizione, sfruttando così i ribassi dei corsi azionari per acquisti a più buon mercato.
I rischi recessivi e di contrazione congiunturale non sono certamente trascurati dal campione indagato. Il 61% dei ricchi che hanno partecipato al sondaggio ha dichiarato di ravvisare opportunità di acquisto in caso di un'ulteriore contrazione dei corsi azionari del 5-20%. Il 23% del campione invece ritiene che già a questi valori di Borsa convenga acquistare azioni.
A livello internazionale il dibattito è molto acceso su quando l'economia potrà tornare alla normalità. Molti stati sono ancora sottoposti a lockdown, altri stanno implementando piani di uscita e la Cina ha riavviato quasi a pieno regime il proprio motore produttivo. Il vero rischio è quello che nei mesi a venire possa verificarsi una seconda ondata di contagi da Covid-19, elemento che potrebbe intaccare le attuali previsioni economiche e conseguentemente la fiducia degli investitori.
Secondo l'indagine di UBS, il 70% del campione intervistato rimane fiducioso sulle prospettive economiche a lungo termine per la regione di appartenenza. Il dato è in linea con quanto emerso nel sondaggio trimestrale precedente. Rispetto all'indagine precedente è invece sceso l'ottimismo sul breve termine, passato dal 67% al 46%. Il calo è più marcato negli Stati Uniti, con la fiducia nel breve termine scesa dal 68% al 30%, mentre in Europa la discesa è meno marcata: dal 58% al 50%.
Sul quando si riuscirà a superare l'attuale fase di lockdown e di distanziamento sociale, le opinioni sono divergenti. Riguardo ai tempi di superamento del culmine della crisi un terzo degli intervistati parla di giugno, un altro terzo dell'autunno e il rimanente della fine dell'anno o oltre.