È il momento dei titoli ciclici. Gli investitori hanno ormai fatta propria questa convinzione iniziando da più di un mese una certa rotazione settoriale, in armonia con l'aumento dei rendimenti obbligazionari. Tuttavia non si può dire che, al di là dello sbandamento iniziale dei tecnologici, il settore growth non se la sia cavata.
Lentamente i trader stanno tornando a mettere denaro sul tech approfittando anche dei prezzi più convenienti rispetto alla fine dell'anno trascorso. A questo punto si fa viva la questione su quando terminerà lo stato di grazia delle azioni value e venga ripresa la vecchia strada che ha condotto l'indice NASDAQ ad agguantare continui record.
In verità ci sono molti fattori da considerare, a cominciare da quanto la campagna di vaccinazione a livello mondiale faccia il suo effetto e con quale tempistica. Di conseguenza da come l'economia riuscirà ad uscire dalle paludi e inizi un percorso deciso che la riporti ai livelli pre Covid.
JP Morgan: ecco perché continuare a investire sui titoli ciclici
Un'analisi ben dettagliata è stata fatta al riguardo da parte degli strategist di JP Morgan. Gli analisti hanno considerato 3 fattori che ci aiutano a comprendere quando le azioni legate al ciclo economico avranno esaurito le pile e si avrà un nuovo turnover.
In primo luogo bisognerebbe considerare quando il Purchasing Managers Index (PMI) avrà raggiunto il picco. Il PMI è il principale indicatore economico mondiale che si basa su un gruppo di aziende selezionate che rappresentano le principali economie su scala mondiale.
Il secondo aspetto che andrebbe valutato è relativo alla fine del rialzo dei rendimenti dei Treasury Bond a 10 anni. Questo inevitabilmente riflette le attese inflazionistiche e qui si apre uno scenario molto ampio, in quanto le Banche Centrali faranno di tutto per mantenere gli stimoli monetari e i tassi schiacciati verso lo zero. Allo stesso tempo la FED. ha dichiarato a più riprese di lasciar correre l'inflazione anche ben oltre il target del 2%.
Il terzo fattore concerne l'indebolimento degli utili aziendali. Le previsioni per i prossimi mesi sono di un'accelerazione dei guadagni che fa pendant con la ripresa delle attività economiche, ma è chiaro che l'osservazione delle trimestrali saranno la cartina di tornasole riguardo la situazione delle imprese.
Ad ogni modo, a giudizio di JP Morgan, nessuno di questi 3 fattori ha ancora avuto luogo, ragion per cui è presto per eliminare i titoli ciclici dal portafoglio d'investimento, puntando soprattutto sui tecnologici o su quelli legati alla salute.
Anzi, le azioni value ancora hanno parecchia strada da percorrere prima di eclissarsi, perché la Cina sta testando la sua crescita massima, gli Stati Uniti vi si stanno avvicinando a grandi passi, ma l'Europa dovrebbe invertire la rotta recessiva a partire dalla prossima estate.
Fino ad allora saranno da aspettarsi ulteriori fiammate dei rendimenti, con le Banche centrali che a un certo punto accetteranno l'eventualità di sopportare tassi più alti. Questo non sarebbe neppure in assoluto uno svantaggio per l'economia di uno Stato, poiché rappresenterebbe un indice di forza di un Paese che cresce.
Ray Dalio: no agli investimenti obbligazionari
Un punto chiave che emerge anche dall'analisi di JP Morgan riguarda quindi il rendimento dei titoli di Stato americani. In questo momento i bond decennali si attestano appena all'1,4% ma, qualora ci dovessero essere delle incursioni fino al 2%, gli investitori potrebbe mettere in gioco la possibilità di ridurre il portafoglio azionario e di spostare il capitale sull'obbligazionario.
Ray Dalio però la vede in tutt'altro modo. Il fondatore di Bridgewater Associates, il più grande hedge fund del mondo, è conosciuto per la grande avversione verso strumenti che non danno significativi rendimenti in periodi inflazionistici.
In un post su Linkedin ha affermato che questo è il momento ideale per prendere a prestito e investire in titoli non obbligazionari, diversificando tra vari asset che non comprendono nè il debito nè il dollaro USA. Dalio ha aggiunto che è necessario tenere in considerazione come i movimenti dei capitali potrebbero essere condizionati da divieti imposti a livello normativo e da un aumento della tassazione finanziaria.