- Le società dell'energia alternativa hanno ottenuto brillanti risultati in Borsa grazie alle previsioni di una vittoria elettorale di Biden alle presidenziali americane;
- Joe Biden ha promesso 2 miliardi di dollari di investimenti nell'energia pulita;
- Le aziende che investono in impianti per pannelli solari, turbine eoliche e batterie per auto elettriche sono tra i maggiori beneficiari di una svolta alla Casa Bianca
Le elezioni americane potranno rappresentare uno spartiacque importante per i mercati finanziari a partire dal mese di novembre. Se dovesse vincere il candidato Joe Biden, le aziende quotate che si occupano di energia verde potrebbero ricevere un impulso positivo importante. La transizione energetica è infatti uno dei punti cardine su cui si poggia tutta la campagna elettorale del contendente democratico alla Casa Bianca.
A quanto pare gli investitori stanno già scontando tale eventualità, dal momento che le azioni dell'energia pulita sono in gran spolvero negli ultimi tempi. Con una crescita del 33% dai primi di luglio, il WilderHill Clean Energy Index ha toccato la vetta massima da 9 anni a questa parte.
Questo grazie anche al supporto che ha dato all'indice Tesla, che ha quasi quintuplicato ormai il suo valore di mercato dall'inizio di quest'anno, superando proprio ieri quota 2000 dollari. Anche L'ETF iShares Global Clean Energy, è aumentato di quasi il 30% nello stesso lasso di tempo. Il patrimonio in gestione del fondo è salito da 431 milioni di dollari di inizio 2020 agli 1,2 miliardi di oggi.
Energia verde: le promesse di Joe Biden
Attualmente Joe Biden è avanti nei sondaggi di 9 punti percentuali rispetto al suo rivale, Donald Trump. Uno degli aspetti che ha fatto presa sul potenziale elettorato è sicuramente la promessa di investire 2 miliardi di dollari per eliminare le emissioni di CO2 entro il 2035, dando quindi una spinta alla propagazione delle auto elettriche.
Nel 2020 dovrebbero terminare in USA gli incentivi fiscali in atto per l'energia rinnovabile e Biden ha tutta l'intenzione non solo di estenderli ma anche di accelerare alcuni progetti come la costruzione di edifici ad alta efficienza energetica. La cosa è resa ancora più facile visto che i costi per installare gli impianti che riguardano i pannelli solari, le turbine eoliche e le batterie per le auto sono scesi a livelli molto bassi negli ultimi anni.
Azioni USA: ecco chi beneficerebbe di una vittoria di Joe Biden
Se a novembre 2020 dovesse configurarsi un trionfo elettorale del membro del Partito Democratico, oltre Tesla altre società operanti nel settore dell'energia pulita otterrebbero grandi benefici. Una di questa è sicuramente Solar Energy, leader assoluto di impianti solari e consulente di Biden nella campagna elettorale.
Come conferma il suo Amministratore Delegato, Tom Buttgenbach, in caso di vittoria democratica ci sarebbe un cambio di marcia notevole nello sviluppo dell'attività aziendale, proprio perché la domanda di energia alternativa crescerebbe in maniera esponenziale.
A Wall Street le azioni di Renewable Energy Group, produttore di biocarburanti e altri prodotti chimici verdi, sono salite ai massimi storici lunedì, prima di un lieve ritracciamento. Solo in agosto sono aumentate di oltre il 30%. Secondo Simon Weber, analista di Schroeder, i fondamentali dell'azienda sono ancora sottovalutati, per questo con l'amministrazione Biden i titoli potrebbero avere un'impennata.
Un'avvicendamento alla Presidenza degli Stati Uniti avrebbe riflessi anche sulle aziende europee a giudizio di Sam Arie, analista di ricerca azionaria di UBS. Questo in quanto si presenterebbe uno stimolo in più perché l'Europa implementi il piano del Recovery Fund da 750 miliardi di euro che mira in gran parte a un cambio epocale in direzione della green generation.
In tal senso, una delle aziende europee a trarre maggiore vantaggio è Enel, prima linea nel grande progetto della decarbonizzazione delle attività energetiche. In base ai piani aziendali la società mira a ridurre considerevolmente e gradualmente l'emissione di anidride carbonica, fino alla completa eliminazione che dovrebbe avvenire entro la metà del secolo in corso.