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Tra pochi giorni ci sarà l'esito delle elezioni statunitensi e gli investitori si chiedono su quali azioni puntare;
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Una vittoria di Biden potrebbe favorire le azioni verdi, mentre con Trump più forza alle Big Tech;
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L'analista David Trainer ha selezionato 5 titoli che potrebbero crescere indipendentemente dall'esito elettorale
È iniziato il conto alla rovescia. Martedì 3 novembre finalmente si conoscerà il nome del prossimo Presidente degli Stati Uniti. Se ne parla da mesi e la sensazione che si ha questa volta è che la posta in gioco sia molto alta, non solo con riferimento al futuro degli americani, ma di tutto il pianeta.
La cosa avrà riflessi importantissimi ovviamente anche nel mondo degli investimenti, dove l'influenza dell'uno e dell'altro candidato sui vari strumenti finanziari e all'interno degli stessi sarà determinante. Sembra ormai dato per scontato che, in caso di affermazione di Joe Biden, saranno tempi duri per le Big Tech, a beneficio di quelle aziende più orientate verso un'economia più sostenibile.
In caso di riconferma di Donald Trump le aziende tecnologiche potrebbero continuare il trend che dura ormai da tempo immemore, così come riprenderebbero vita le società legate ai combustibili fossili. Ma ci sono delle azioni che sarebbero come immunizzate qualunque sia l'esito elettorale? David Trainer, fondatore della società di ricerca indipendente New Constructs, ha individuato 5 titoli che non risentirebbero delle elezioni americane, grazie a una presenza forte e costante nei mercati in cui operano le società rappresentative e per la grande quantità di cash di cui queste dispongono. Vediamoli.
Wall Street: 5 società su cui puntare
Di seguito la lista di 5 azioni che potrebbero essere inserite in portafoglio, senza temere i contraccolpi delle urne americane:
J.P. Morgan Chase
L'analista conta sul fatto che la banca d'affari americana ha una struttura economico-patrimoniale molto solida, ma soprattutto ha una grande capacità di generere utili nonostante i tassi d'interesse siano molto bassi e la marginalità ovviamente più ridotta. Dall'inizio dell'anno le azioni hanno perso circa il 30%, ma bisogna tener conto del fatto che tutto il settore finanziario è stato messo in difficoltà in maniera preponderante dall'arrivo del Covid-19. Dal mese di aprile invece il titolo a Wall Street ondeggia intorno alla parità.
Simon Property Group
La società d'investimento immobiliare americana ha un precedente in cui l'utile netto è rimbalzato in maniera violenta dopo una crisi economica. Nel 2009 infatti il risultato d'esercizio è sceso del 12% e poi è aumentato del 37% l'anno successivo. Secondo Trainer l'utile di Simon Property Group dovrebbe scendere del 50% quest'anno, però i rivenditori di case come Williams-Sonoma aiuteranno la società immobiliare nella ripresa. Il titolo al NYSE perde circa il 60% dall'inizio dell'anno e, dopo il tracollo di marzo, veleggia in un intervallo di prezzi limitato.
D.R. Horton
Il costruttore americano del Delawere avrebbe dalla sua un portafoglio di case sotto i 300 mila dollari che hanno un mercato che in questo momento è sottovalutato. A Wall Street la ripresa delle azioni è stata stupefacente dopo il crollo di marzo. Infatti dai minimi di 25,52 dollari, il titolo oggi quota 68,03 dollari, toccando in questo mese un massimo di 81,17 dollari: più di 3 volte il minimo annuale. Da inizio anno la performance azionaria è di circa il 30%.
Hershey Comapany
La più grande compagnia statunitense della produzione di cioccolato ha accusato il colpo durante la pandemia a causa della limitazione del commercio internazionale e degli spostamenti. A giudizio dell'esperto, l'azienda si è rinforzata in particolar modo nel comparto degli snack acquisendo marchi importanti come SkinnyPop, Pirate Booty e ONE Brands. Il buon recupero dai momenti più critici della pandemia ha portato le azioni in Borsa a perdere dall'inizio dell'anno solo circa il 6% del valore.
Allstate Corporation
La compagnia di assicurazione americana non sarebbe stata molto intaccata dalla pandemia, secondo Trainer. A Wall Street il titolo però è passato da un valore di 112,97 dollari di apertura anno a 88,59 dollari dell'ultima chiusura borsistica. È pur vero che dal valore più basso di marzo a 64,59 dollari le azioni hanno recuperato parecchio. Al di là di tutto, a parere dello strategist nel lungo termine la società trarrebbe beneficio dalla crescita della domanda di assicurazione nel settore automobilistico.