Il problema della carenza dei semiconduttori sta assumendo contorni quasi grotteschi nel mercato globale. Il boom della domanda di chip si è estesa in ogni settore e i produttori si sono ritrovati a rincorrere richieste di approvvigionamento sempre più impellenti.
A peggiorare la situazione vi è anche il fatto che la catena di fornitura complessiva è diventata via via più vulnerabile ai disastri naturali, come avvenuto in uno stabilimento in Giappone che è stato colpito da un incendio e che ha bloccato la linea di produzione.
L'emergenza globale sta mettendo in grande difficoltà le società che si servono del rifornimento di chip e che negli ultimi tempi si sono trovati costretti a chiudere per diversi giorni alcuni impianti. È accaduto ad esempio alla società cinese di auto elettriche NIO, che ha fermato i lavori per 5 giorni nel sito di Hefei. Per lo stesso motivo anche Ford sta programmando tempi di inattività più lunghi in diversi hub statunitensi, compresi i suoi due principali stabilimenti di autocarri.
Le due case automobilistiche ovviamente non sono casi isolati. Stellantis ha dichiarato venerdì 26 marzo che interromperà la produzione in 5 stabilimenti nordamericani fino alla metà di aprile. Stesso discorso è valso per General Motors che ha chiuso alcuni impianti per diverse settimane, mentre le due società giapponesi Honda e Toyota hanno bloccato tutto anche a causa delle condizioni metereologiche.
Carenza di chip: 2 azioni su cui puntare
La situazione non è molto confortante se non cambia qualcosa. Molte aziende stanno provando ad avviare internamente la produzione di chip per evitare la dipendenza dai fornitori, ma questo richiede tempo e investimenti.
Allo stato attuale, tuttavia, è possibile pensare di sfruttare a proprio vantaggio tale status quo, investendo proprio sulle azioni di quelle società che sono leader nel settore della produzione di semiconduttori. Ne abbiamo individuate due: Applied Materials e Lam Research.
Entrambe hanno valutazioni molto interessanti perché sono riuscite a ottenere forti rendimenti anche in un contesto che si presenta molto volatile. Soprattutto saranno avvantaggiate da un settore che a livello dimensionale è stimato in crescita fino a 500 miliardi di dollari.
I due titoli sono ben visti dalla stragrande maggioranza degli analisti, i quali hanno un prezzo obiettivo medio di 139,64 dollari per Applied Materials e di 602 dollari per Lam Research. Tuttavia, le valutazioni sono al di sotto della quotazione attuale a Wall Street dove, grazie ai rialzi degli ultimi giorni, la prima ha superato di slancio i 140 dollari e la seconda si avvia verso il 630 dollari.
Stacy Rasgon, analista di Bernstein, società di gestione fondi, si spinge oltre e fissa in 160 dollari il target price per la società con sede a Santa Clara, in California e a 700 dollari quello delle azioni dell'azienda di Fremont. Ricordiamo che, nell'annus horribilis della pandemia, Applied Materials ha guadagnato in Borsa il 191%, mentre Lam Research è salito del 148%.